Solo i repubblicani si beneficiano dell’attuale posizione di Washington nei confronti della nazione caraibica, ha affermato l’avvocato Amaury Cruz, di Miami, in Florida, in un articolo pubblicato sul medio digitale, Progreso Semanal.
Secondo l’esperto, se aiutiamo il popolo cubano a vivere una vita migliore, la democrazia, i diritti umani e il benessere del popolo stesso possono crescere.
Allo stesso modo, ha ricordato nel testo che Biden come candidato ha promesso di invertire le politiche fallite di Trump, che hanno inflitto danni ai cubani e alle loro famiglie e sostiene che per il democratico in questo momento è solo un’illusione quella di avere lo stato della Florida in tasca entro il 2024.
Metto in dubbio questo calcolo politico, ha sottolineato il giurista, che ha affermato come l’ex presidente Barack Obama (2009-2017) abbia quasi vinto la maggioranza dei cubano-americani contro il repubblicano Mitt Romney e ora la formula dovrebbe essere quella di ottenere ancora di più di questi elettori.
Tuttavia, ha descritto la situazione dell’attuale capo della Casa Bianca come un dilemma, che ha bisogno dell’unanimità al Congresso all’interno del suo partito e del sostegno dei membri della Forza Rossa per portare avanti la sua agenda legislativa a causa della stretta maggioranza democratica in entrambe le camere.
In tal senso, ha criticato come il senatore Bob Menéndez, del Partito Repubblicano, difensore della linea dura del bloqueo e delle sanzioni contro l’isola, approfitti del contesto per “ricattare il presidente Biden”.
Secondo Cruz, il risultato di questa strategia da oltre 60 anni è il bloqueo che devasta il popolo cubano e viola l’articolo 13 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
A suo avviso, i Democratici temono di contraddire la falsa narrativa dei media che dipingono Cuba come un campo di concentramento, quando le peggiori violazioni dei diritti umani sull’isola si sono verificate presso la base navale di Guantanamo, territorio occupato da Washington contro la volontà dei cubani.
Cruz ha escluso l’idea di imporre un “cambio di regime” sull’isola dall’estero, come sostenuto da coloro che da Miami hanno appoggiato le proteste dell’11 luglio, “perché solo i cubani possono farlo”.
Deisy Francis Mexidor, giornalista di Prensa Latina