Cuba non ha paura delle menzogne né si inginocchia sotto pressioni, condizionamenti o imposizioni, vengono da dove vengono, ha ribadito il presidente partecipando virtualmente alla 76° Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
In quel forum mondiale, Díaz-Canel ha ricordato che il suo paese ha subito da quasi sei decenni il più crudele e prolungato bloqueo economico, commerciale e finanziario applicato contro una nazione, esacerbato in modo opportunistico e criminale nel bel mezzo della pandemia della COVID-19.
L’attuale amministrazione democratica del presidente Joe Biden mantiene invariate le 243 misure di coercizione adottate dall’amministrazione Trump, inclusa l’inclusione di Cuba nell’elenco spurio e immorale dei paesi che presumibilmente sponsorizzano il terrorismo, ha sottolineato.
Ha anche denunciato che come parte di questa politica, la sua nazione è vittima di una guerra non convenzionale che coinvolge fondi milionari del Tesoro degli Stati Uniti per campagne di manipolazione e menzogne attraverso l’uso di nuove tecnologie dell’informazione e altre piattaforme digitali.
Ha sottolineato che queste azioni cercano di proiettare all’interno e all’esterno un’immagine assolutamente falsa della realtà cubana, seminare confusione, destabilizzare, screditare il paese e giustificare la dottrina del cambio di regime.
Nel suo discorso, Díaz-Canel ha condannato l’uso di misure di coercizione economica contro gli stati sovrani da parte degli Stati Uniti, che anche richiede ai suoi alleati di costruire coalizioni per rovesciare i governi legittimi.
Ha affermato che in mezzo a questo scenario, Cuba pratica la solidarietà disinteressata per chi ne ha bisogno e riceve, con gratitudine, il sostegno dei governi, dei popoli, degli amici e della comunità cubana all’estero.
I nostri nemici devono essere chiari sul fatto che non cederemo la Patria e la Rivoluzione che diverse generazioni di patrioti ci hanno lasciato, ha sottolineato.
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