Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir Abdolahian, ha assicurato che le azioni di Teheran saranno in linea con le risposte degli altri firmatari, ovvero Regno Unito, Francia, Russia, Cina e Germania.
Ma in ogni caso, ha detto, la repubblica islamica tornerà ai colloqui a Vienna, in Austria, e vedremo se gli Stati Uniti ritorneranno al consenso abbandonato nel maggio 2018.
Il prossimo round di negoziati è previsto per metà novembre e l’Iran parteciperà dopo che le sue autorità avranno concluso la revisione dell’accordo precedente.
“Nei colloqui futuri, le nostre azioni saranno commisurate al livello delle azioni delle altre parti”, ha confermato Amir Abdolahian.
Secondo il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Saeed Khatibzadeh, il nuovo governo del presidente Ebrahim Raeisi analizza le carenze e le caratteristiche di quanto affrontato dal precedente governo.
La cosa più importante, ha sottolineato, consiste nell’eliminare tutte le misure coercitive anti-iraniane ordinate dagli Stati Uniti.
Dallo scorso aprile e nella capitale austriaca, Teheran ha dialogato con il resto dei firmatari del PIAC per trovare un modo affinché Washington ritorni al patto.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato durante la sua campagna elettorale che sarebbero tornati al convegno, però invece, fino ad ora, mantiene la politica del suo predecessore, Donald Trump, e con una forte pressione vuole riscrivere il trattato.
Ig/arc