“La ‘sindrome de L’Avana’ è un ‘atto di guerra o un’isteria di massa?” E’ il suggestivo titolo del servizio pubblicato nella versione digitale del Times che affronta la storia, o fantascienza, di come alla fine del 2016 e all’inizio del 2017, 21 diplomatici statunitensi di stanza a Cuba hanno iniziato a segnalare gravi sintomi neurologici.
Quella narrazione è servita al presidente Donald Trump per espellere 15 diplomatici cubani da Washington e intensificare le politiche di bloqueo contro l’isola, che vengono mantenute, nonostante le prove scientifiche che dimostrano che gli attacchi sono solo nella mente delle persone colpite.
Attualmente più di 200 diplomatici statunitensi e personale all’estero riferiscono di essere vittime, ma la causa rimane avvolta nel mistero, nella speculazione e nel dubbio, qualcosa che potrebbe sembrare “come un film di James Bond”, suggerisce il Times.
Nel 2018 il prestigioso Journal of the American Medical Association (JAMA) ha pubblicato uno studio sui 21 diplomatici, guidato da Douglas H. Smith, direttore del Centro per la Lesione e Riparazione del Cervello dell’Università della Pennsylvania, che è stato respinto da diversi scienziati perché collegava l’azione a una commozione cerebrale.
Il Times ha sgranato una dopo l’altra le teorie che si sono riversate sull’argomento. “Non conosco alcun effetto acustico che possa causare sintomi di commozione cerebrale”, ha detto al Times il dottor Jürgen Altmann, fisico e acustico.
Nel dicembre 2020, la National Academy of Sciences ha offerto una spiegazione alternativa che attribuiva la malattia non al suono ma alla luce, sotto forma di microonde.
D’altra parte, cita il Times, ci sono funzionari come il senatore della Florida Marco Rubio, che ha accusato gli scettici della teoria dell’attacco da microonde di essere “agenti di influenza” pagati da potenze straniere.
Ma, come affermano i membri dell’Accademia Cubana delle Scienze, la “sindrome misteriosa” fa parte della narrativa che Washington ha usato come giustificazione per sospendere i servizi consolari nell’isola caraibica e ritirare gran parte dei suoi lavoratori da L’Avana durante il governo di Trump.
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