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Cuba è sotto attacco sui social media

L'Avana, 15 nov (Prensa Latina) Dopo diverse settimane di assedio, Cuba riceve oggi un attacco con missili guidati dai social network, e ancora una volta Twitter dirige la carica nell'assalto contro la Rivoluzione.

La piattaforma fondata dal magnate statunitense Jack Dorsey adultera le tendenze per gli utenti, che invece di vedere l’hashtag #CubaVive, il più citato in rete, in prima pagina, hanno accesso diretto a quello promosso da gruppi destabilizzanti, per creare una situazione, assolutamente virtuale, di ingovernabilità.

Fino all’alba di oggi, #CubaVive era stata menzionata più di 420.000 volte a livello globale su Twitter nelle ultime otto ore prima delle 02:00 ora locale, ma è stata ignorata nei “temi di tendenza” degli internauti.

Invece, l’hashtag #15NCuba, con meno di 300.000 menzioni in tutto il pianeta, in quello stesso periodo di tempo ha catturato tutta l’attenzione ed è stato al vertice di tutte le tendenze, nonostante due su cinque dei suoi tweet e retweet, erano originati da soli tre utenti, fatto che rappresenta un attacco telecomandato e virtuale contro il governo cubano, in cerca di destabilizzazione.

Si scopre che poche settimane fa il gruppo Arcipelago ha chiesto una manifestazione apparentemente pacifica per il cambio di regime, ma questa manifestazione è stata classificata come illegale dal governo del presidente cubano Miguel Díaz-Canel, dopo aver dimostrato i legami tra i promotori e gli estremisti ed i gruppi terroristi, con sede nella città statunitense di Miami.

Inoltre, la manifestazione indetta per questo lunedì viola i canoni della Costituzione della Repubblica, poiché altera i diritti altrui e cerca una modifica dell’ordine stabilito dalla legge delle leggi, sottoposta ad un ampio dibattito popolare e successivamente approvata in febbraio del 2019 con l’86,85% dei voti.

Giorni fa, il ministro delle Relazioni Internazionali cubano, Bruno Rodríguez, ha denunciato la campagna destabilizzante, prodotta e sponsorizzata negli Stati Uniti, che cerca di rilanciare i disordini dell’11 luglio, quando alcuni cittadini hanno provocato danni ai negozi statali e causato il caos.

Ig/ycv

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