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Le vittime chiedono in Colombia di concretizzare gli Accordi di Pace

Bogotà, 24 nov (Prensa Latina) Le vittime del conflitto armato in Colombia hanno chiesto oggi al governo di Iván Duque di attuare in modo completo gli Accordi di Pace, a cinque anni dalla loro firma.

In una solenne cerimonia tenutasi presso la sede della Giurisdizione Speciale per La Paz, i figli degli assassinati e degli scomparsi sono stati i primi a partecipare.

José Antequera, il cui padre fu assassinato durante il genocidio contro i membri dell’Unión Patriótica, assicurò che solo preservando e facendo conoscere la memoria storica, si potrà vincere l’ingiustizia.

Secondo la Corte Interamericana dei Diritti dell’Uomo, tra il 1985 e il 1993 sono stati assassinati 1.163 membri di Unión Patriótica e altri 123 sono scomparsi, la maggioranza erano uomini.

Antequera ha sottolineato che “la pace sta avanzando” in Colombia con alcuni progressi in diverse aree, tuttavia, per quanto riguarda il Sistema Integrale di Verità, Giustizia e Risarcimento, ha sottolineato che c’è un aspetto “che non funziona”.

Si tratta, ha detto, del Centro Nazionale per la Memoria Storica, il cui precedente direttore è stato rimosso dall’associazione per gravi irregolarità.

A questo proposito, ha chiesto al presidente Iván Duque di difendere la questione della memoria affinché le nuove generazioni conoscano la verità.

Altri partecipanti, hanno esatto di portare la pace con garanzie di vita nei territori, dove esistono le famiglie più colpite dalla guerra e dove sono ancora in attesa di un cambiamento che dia vita al patto storico e una soluzione ai problemi che hanno generato la guerra.

Alla solenne cerimonia hanno partecipato il Segretario Generale dell’ONU, António Guterres; il presidente Duque, il presidente del Partito del Comune, Rodrigo Londoño, e l’ex presidente Juan Manuel Santos, nonché i magistrati della Giurisdizione Speciale per la Pace.

Hanno partecipato, attraverso video registrati, anche il Primo Ministro della Norvegia, Jonas Gahr Støre; il presidente di Cuba, Miguel Díaz-Canel; e l’ex presidente del governo spagnolo Felipe González.

Ig/otf

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