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L’ex leader della guerriglia chiede pace e dialogo in Colombia con il nuovo governo

Bogotà, 30 nov (Prensa Latina) Il comandante della "Seconda Marquetalia", Iván Márquez, ha chiesto una pace completa in Colombia e che il prossimo governo dialoghi con tutti gli attori armati.

“Vogliamo un governo che giochi tutto per la pace completa, che riprenda i colloqui con l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), che apra un capitolo di dialogo con tutte le insurrezioni e che parli anche con le organizzazioni dei paramilitari”, ha detto Márquez in un’intervista con NotiCentro 1 CM e pubblicata oggi sul suo sito web.

Márquez, che è stato uno dei principali leader delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia-Esercito del Popolo (FARC-EP) e ha ripreso le armi nell’agosto del 2019, ha affermato di sperare che il prossimo esecutivo attivi un piano di shock sociale contro la povertà, che comprenda misure per superare la malnutrizione infantile, l’analfabetismo, la disoccupazione e ripristinare il diritto alla salute delle persone.

L’ex leader e uno dei negoziatori di pace delle ex FARC-EP, ha sottolineato che il nuovo governo che scaturisce dalle elezioni del 2022 “deve pensare a un reddito di cittadinanza per compensare il lavoro domestico non retribuito, per aiutare i senza tetto, gli anziani, i disabili e i disoccupati, assolvere gli impegni con il movimento sociale, con gli studenti che chiedono un’istruzione gratuita e di qualità”.

“L’accordo de L’Avana faceva parte del più bel sogno di pace che siamo stati in grado di offrire alla Colombia 5 anni fa, niente di più alto, più giusto che porre fine a una guerra per restituire al popolo il sacro diritto alla pace, che è il diritto alla vita come condizione indispensabile per il godimento degli altri diritti”, ha sentenziato.

Ha sottolineato che se si consulta la lettera dell’accordo di pace, si può chiaramente stabilire che è stato costruito, fondamentalmente, non per risolvere i problemi dei guerriglieri, ma per restituire alla gente la loro dignità umana.

Ha sottolineato che l’Accordo del 2016 ha creato la Giurisdizione Speciale per la Pace, che ha permesso la soppressione del diritto penale del nemico, che ostacolava la comprensione tra le parti, “una giurisdizione che i nemici dell’armonia, come l’attuale presidente, odiano così tanto”.

Ha avvertito che la pace è stata firmata, ma lo stato continua a uccidere, i massacri non si fermano, e il presidente intende addolcirli con eufemismi che alienano, come ribattezzarli “omicidi collettivi”.

“Certo che il tradimento appartiene allo Stato, chi se no?” Ha detto accusando il presidente Iván Duque non solo di non avere rispettato gli accordi, ma di ritenersi investito del potere di modificare il testo firmato dai plenipotenziari delle parti.

Ig/otf

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