A 36 anni, l’ex leader studentesco ed ex deputato è diventato il più giovane presidente della storia cilena, dopo aver vinto le elezioni del 19 dicembre come candidato della coalizione di sinistra Apuebo Dignidad.
Alla cerimonia di investitura hanno partecipato capi di Stato o di governo, delegazioni di alto livello e ospiti provenienti da Bolivia, Perù, Argentina, Ecuador, Uruguay, Paraguay, Repubblica Dominicana, Colombia, Cuba, Brasile, Messico e Spagna, tra gli altri paesi.
Boric sostituisce Sebastián Piñera, che secondo il sondaggio di Plaza Pública Cadem ha concluso il suo mandato con solo il 24% di approvazione, il più basso dal ritorno alla democrazia nel 1990.
La nuova amministrazione deve affrontare sfide enormi, tra cui il rallentamento economico e l’inflazione, l’insicurezza, il conflitto nella regione meridionale dell’Araucanía e la crisi migratoria nel nord.
Il programma dell’alleanza Apuebo Dignidad, che lo ha portato al potere, prevede di rafforzare lo Stato, aumentare i salari e le pensioni, migliorare l’istruzione e la salute, riattivare l’economia e garantire che la crescita del Prodotto Interno Lordo e l’equa distribuzione della ricchezza possano andare di pari passo.
Un progetto ambizioso che, come ha riconosciuto lo stesso Boric, non può essere portato a termine in fretta, ma poco a poco.
Il governo ha tra le sue sfide anche quella di portare a buon fine il processo verso una nuova costituzione che sostituisca quella in vigore che risale ai tempi della dittatura di Augusto Pinochet (1973-1990).
Ig/car