La denuncia è stata presentata dall’Associazione dei Pescatori Artigiani, Fondatori, Armatori e Stivatori, che riunisce 153 pescatori di Ventanilla, caletta e spiaggia situata nel nord della capitale e ai quali è impedito di lavorare a causa della persistente contaminazione di quelle acque dalla fuoriuscita del 15 gennaio scorso.
Il ricorso è stato depositato presso il Punto di Contatto Nazionale del Ministero Spagnolo dell’Industria, del Commercio e del Turismo, ha riferito Christian Berndt, avvocato dell’organizzazione non governativa Giustizia e Riparazione, che rappresenta legalmente i pescatori.
Il giurista ha sottolineato che il ricorso denuncia Repsol presso tale istanza perché, pur essendo una transnazionale che opera in 25 paesi, ha sede in Spagna e spetta alla casa madre affrontare il problema.
Ha spiegato che l’obiettivo dell’azione intrapresa è che il Punto di Contatto Nazionale del Ministero Spagnolo dell’Industria, del Commercio e del Turismo sia un canale di dialogo in buona fede tra i pescatori vittime della fuoriuscita in vista di un risarcimento globale per i danni materiali e morali causati ai i pescatori.
Il presidente dell’Associazione, Miguel Núñez, ha criticato il comportamento di Repsol, consistente in offerte di vario importo, a condizioni inaccettabili come accordi individuali, senza voler trattare con le organizzazioni dei pescatori e dei commercianti interessate.
“Non permetteremo che ci disprezzino e ci umilino”, ha detto, spiegando che l’azione intentata contro lo stato spagnolo si aggiunge alla misura cautelare presentata lo scorso 18 marzo davanti alla Corte Interamericana dei Diritti Umani.
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