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I soldati colombiani continuano a riconoscere la responsabilità di crimini di guerra

Bogotà, 27 apr (Prensa Latina) Dieci membri dell'esercito e un civile accusato di crimini di guerra e crimini contro l'umanità in Colombia, all'interno del caso che indaga sui cosiddetti falsi positivi, continuano oggi in un'audizione pubblica riconoscendo i loro crimini.

Ieri è iniziato un processo di udienze di riconoscimento della giurisdizione speciale per la pace (JEP), il cui scopo è che gli accusati di crimini di guerra e crimini contro l’umanità riconoscano la loro responsabilità e forniscano una verità piena ed esauriente per la non ripetizione di tali atti.

Nell’audienza di ieri, definita storica, coloro che sono apparsi hanno offerto dettagli sui gravi atti perpetrati contro i civili nel contesto del conflitto interno in Colombia.

Queste udienze sono contemplate nell’indagine del caso 03 del JEP, noto come il caso dei falsi positivi.

In accordo con quell’ente nato dall’Accordo di Pace, la Camera per il Riconoscimento della Verità avanza nel chiarimento e nel giudizio dei crimini commessi da agenti dello stato che avrebbero presentato più di seimila colombiani come guerriglieri uccisi in combattimento quando non lo erano.

Questo martedì, i responsabili di quegli eventi a Catatumbo hanno riconosciuto la loro responsabilità nell’omicidio di almeno 120 persone, tra il 2007 e il 2008.

I rappresentanti delle vittime in quanto membri del collettivo Madres de Soacha partecipano all’atto, come misura di risarcimento simbolico per i danni che questi crimini hanno causato a loro, alle loro famiglie, alle comunità ed al loro territorio.

Ieri, nella prima giornata di udienze, il colonnello Santiago Herrera Fajardo ha spiegato che le dinamiche di guerra stabilite dai comandanti Mario Montoya e Carlos Obidio Saavedra lo hanno portato a commettere i crimini di cui è accusato, pur di avere a tutti i costi dei risultati.

Ig/otf





 

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