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Casa de las Américas a Cuba ha ricordato l’impronta di famose personalità

L'Avana, 28 apr (Prensa Latina) La Casa de las Américas ha ricordato oggi, nel 63° anniversario della sua costituzione, il passaggio nelle sue strutture di personaggi famosi di Cuba e della regione come Haydee Santamaría, Mariano Rodríguez, Roberto Fernández Retamar e Manuel Galich .

 

Dai loro profili sui social network, istituzioni e funzionari hanno ricordato la fondazione di questo spazio nella capitale, il 28 aprile 1959.

 

La prestigiosa entità continua a svolgere il suo ruolo essenziale di divulgatrice del pensiero decolonizzante della Nostra America, con il contributo in questi sei decenni di numerose personalità come lo scrittore uruguaiano Mario Benedetti.

 

Il Primo Ministro di Cuba, Manuel Marrero, ha alluso al ruolo di Casa nello stimolare la produzione artistica e letteraria nel continente, e Produzioni Verde Olivo ha evidenziato il suo contributo allo sviluppo ed all’estensione delle relazioni socio-culturali tra l’area e il resto del mondo. 

 

Lo spazio della capitale ha iniziato la diffusione del pensiero regionale dall’aprile del 1959, sotto la direzione dell’eroina e guerrigliera Haydee Santamaría, e il suo materiale bibliografico è una rassegna della storia, dell’intellettualità e dei processi socio-politici dell’America Latina e dei Caraibi.

 

Situato all’angolo delle strade 3° e G nel quartiere Vedado, il famoso edificio è Monumento Nazionale dal 2010 e, sebbene inizialmente concepito come residenza, nel 1947 l’Associazione degli Scrittori ed Artisti Americani ha incorporato un terzo piano.

 

Durante una conversazione tra Santamaría e un gruppo di lavoratori cubani il 4 giugno 1974, trasmessa su La Ventana, il portale d’informazione dell’istituzione, raccontò come al suo arrivo nel 1959 “era un pezzo di casa che sembrava una chiesa”.

 

“Quelli di noi che eravamo vicini ai compagni che sapevano cosa poteva succedere in questo paese, in particolare Fidel (Castro), sapevamo che stavano arrivando degli scontri nei rapporti con l’America Latina, che avremmo avuto grandi conflitti (…) Perciò ho incominciato a pensare che quando ci avrebbero isolati dal nostro continente, era importante non allontanarci dalla cultura latinoamericana”, ha detto.

 

L’entità ha fermato il blocco della letteratura e dell’arte contro l’isola: “quando gli scrittori latinoamericani vengono a Cuba, ciò che ci interessa di più è che (…) se ne vanno con una visione chiara di quale sia la nostra Rivoluzione”, ha concluso.

 

Ig/dgh

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