“Questo gruppo intimidisce (…) in un momento in cui ci deve essere tranquillità, in cui ci deve essere pace perché proprio il popolo prenderà una delle decisioni che si prendono in democrazia e cioè scegliere un presidente e vicepresidente”, ha detto in un video su Twitter.
L’autorità di questa demarcazione, situata nel nord-est del paese, nella regione dei Caraibi, ha sottolineato che per questo chiedono la massiccia presenza della forza pubblica nel territorio, nelle carovane, ai posti di blocco ed alle pattuglie.
“Qui le persone e le vittime devono essere vendicate, ecco perché il presidente e il ministro della Difesa hanno la responsabilità di venire sul territorio, qui li aspettiamo mentre adempiamo con i nostri doveri costituzionali e legali”, ha sottolineato Caicedo.
Secondo il ministero della Difesa, almeno sei persone sono morte e 180 veicoli sono stati dati alle fiamme da membri del gruppo narco-paramilitare Clan del Golfo, che ha imposto uno “sciopero armato” dopo l’estradizione negli Stati Uniti del suo leader, Darío Antonio Úsuga, alias Otoniel.
L’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari ha denunciato le minacce ed i blocchi a cui devono far fronte gli abitanti di varie regioni del paese sudamericano.
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