venerdì 26 Luglio 2024
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La moglie e gli avvocati di Assange giurano che combatteranno la sua estradizione

Londra, 17 giu (Prensa Latina) La moglie di Julian Assange, Stella Moris, e il suo team di avvocati hanno annunciato qui oggi che esauriranno tutte le vie legali per cercare di impedire l'estradizione del fondatore di WikiLeaks negli Stati Uniti.

Questa non è la fine del cammino. Lotteremo fino alla fine, ha detto Moris, in una conferenza stampa con corrispondenti stranieri accreditati a Londra, poco dopo che il governo britannico ha approvato questo venerdì l’invio del giornalista australiano a Washington.

Visibilmente costernata dal verdetto, Moris, che lo scorso marzo ha sposato Assange nel carcere di Londra, dove è imprigionato dal 2019, ha insistito sul fatto che gli Stati Uniti stanno solo cercando di vendicarsi del marito che ha denunciato i crimini di guerra di WikiLeaks commessi dall’esercito statunitense in Iraq e Afghanistan.

Al riguardo, ha ribadito la sua denuncia secondo cui si tratta di un caso politico che minaccia la libertà di espressione non solo del cyberattivista, ma di tutti i giornalisti del mondo.

L’avvocata Jennifer Robinson ha sottolineato, dal canto suo, che la squadra di difesa presenterà ricorso contro la decisione del ministro dell’Interno, Priti Patel, dinanzi ai tribunali britannici e, se necessario, dinanzi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

Patel aveva in mano la sorte del giornalista australiano da quando l’Alta Corte di Londra ha accolto lo scorso aprile il ricorso dei pubblici ministeri statunitensi contro la decisione di un giudice del processo che si era rifiutato di estradarlo per problemi di salute.

Come riportato venerdì dal Ministero dell’Interno, né la Corte dei Magistrati né l’Alta Corte hanno concluso che sarebbe stato oppressivo, ingiusto od un abuso procedurale consegnare Assange agli Stati Uniti.

Se processato e ritenuto colpevole da un tribunale statunitense, il fondatore di WikiLeaks, che ha avuto due figli con Stella durante il periodo in cui era in asilo presso l’ambasciata ecuadoriana a Londra, potrebbe essere condannato a 175 anni di carcere sulla base delle 17 accuse che gli sono imputate, relazionate con la legge di spionaggio.

Ig/nm

 
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