Durante un incontro tenutosi ieri in questa città, il Comitato Esecutivo dell’OLP ha affermato che le promesse e le dichiarazioni di Washington restano archiviate senza nessun meccanismo serio per mantenerle, ha precisato l’agenzia di stampa ufficiale Wafa.
Tra questi, l’istituzione palestinese ha citato la riapertura del consolato Usa a Gerusalemme Orientale, chiuso durante l’amministrazione del presidente Donald Trump.
Questi fatti confermano che gli Stati Uniti “continuano a sostenere l’occupazione israeliana a tutti i livelli e si astengono dal prendere qualsiasi misura che aiuti a creare un serio orizzonte politico che porti all’applicazione delle norme internazionali relative al conflitto israelo-palestinese”, ha sottolineato.
L’OLP ha anche denunciato la continua escalation delle forze di sicurezza di Tel Aviv e il doppio standard internazionale sulla questione della protezione dei diritti umani.
A questo proposito, ha chiesto la fine dell’occupazione e della politica colonialista della nazione vicina al fine di creare uno stato palestinese sovrano con Gerusalemme Orientale come capitale.
Ha inoltre esortato a garantire il diritto al ritorno alle proprie case per i milioni di rifugiati.
L’OLP è riconosciuta nel mondo come l’unico rappresentante del popolo palestinese ed è composta da diversi partiti, guidati dal movimento governativo Fatah.
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