Dal Palazzo delle Convenzioni, in questa capitale, il presidente dell’organizzazione, Luis Morlote, ha evidenziato il lavoro svolto negli ultimi tre anni nel pieno della crisi sanitaria causata dalla COVID-19, che ha messo a prova il settore ed ha costituito un atto di resistenza creativa.
Prima della sessione plenaria dell’Uneac, accompagnato dal presidente della maggiore delle Antille, Miguel Díaz-Canel, Morlote ha ricordato le tensioni economiche, materiali e sociali che hanno colpito la scena artistica, nonché l’intensificarsi del bloqueo imposto dal governo degli Stati Uniti Uniti contro Cuba.
Durante il suo discorso, il presidente dell’Uneac ha fatto riferimento alla forte risposta della corporazione degli artisti in tutto il paese, con azioni volte a sostenere la politica culturale della Rivoluzione ed ad ampliare la vita spirituale dei cubani.
La sopravvivenza della nazione oggi dipende dalla riattivazione dell’economia, dal superamento dell’assedio implacabile dei nostri nemici, ma anche per aver sancito il ruolo decisivo della cultura, ha affermato Morlote, sottolineando il riorientamento delle pratiche creative e promozionali quando le istituzioni chiudevano e le sedi limitavano i loro programmi.
Le parole dell’intellettuale sono state sostenute dal presidente onorario dell’Uneac, Miguel Barnet, che ha ricordato che l’attuale situazione di crisi, penuria e mancanza di risorse produttive estere ha come causa fondamentale la guerra economica e politica, intensificata da 243 misure durante il governo di Donald Trump.
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