L’edificio, eretto nel XVIII secolo nell’omonima piazza, conserva parte dell’eredità culturale di una città nota anche per essere la culla della letteratura cubana.
L’Espejo de Paciencia di Silvestre de Balboa fu scritto qui nel 1608, la prima opera riconosciuta nel suo genere sull’isola.
In esclusiva con Prensa Latina, Alina Abad, direttrice del museo, ha confermato che le porte del museo sono state aperte nel 2002 fino all’inizio del periodo di ricostruzione ed al ritorno in funzione nel maggio di quest’anno.
“L’edificio stesso è di grado patrimoniale 1, è magnifico, con la sua architettura coloniale, i suoi valori. Fu anche il primo ospedale di Villa de Santa María, dove fu portato qui il corpo di Ignacio Agramonte (1841-1873), nel bel mezzo della guerra contro la metropoli spagnola”.
Le fondamenta dell’adiacente chiesa di San Juan de Dios hanno una storia strettamente legata al corso della medicina, ha sottolineato.
“Questo edificio è stato al servizio della comunità ospedaliera, con la guida per quasi cinque decenni del frate cattolico cubano José Olallo Valdés (1820-1889), figura beatificata, ed è lui che si prende cura della salma di Agramonte dopo la sua caduta nella lotta”, ha spiegato.
Data la necessità di fare di ogni spazio rappresentativo della cultura una fonte di ricchezza spirituale ed economica, il 2021 è stato riconosciuto come Anno Internazionale dell’Economia Creativa per lo Sviluppo Sostenibile.
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