Nell’inchiesta sull’arresto avvenuto nelle prime ore dello sciopero nazionale per le rivendicazioni sociali, avvenuto dal 13 al 30 giugno, partecipano anche i ministri Patricio Carrillo (Interno) e Luis Lara (Difesa).
L’annuncio del processo è stato dato dalla Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Ecuador (Conaie), un gruppo guidato da Iza che ha diretto le manifestazioni, a cui si sono uniti vari settori sociali.
Nel proprio account di Twitter, la Conaie ha diffuso la notifica della Procura, nella quale l’ente statale indica di informare i soggetti coinvolti dell’inizio del processo.
La denuncia si basa sulle condizioni in cui Iza è stata arrestato, all’alba del secondo giorno di proteste contro le misure neoliberiste del governo e per le risposte alle richieste del movimento indigeno su questioni trascendentali per la maggioranza della popolazione.
Il leader di popoli e nazionalità è stato arrestato nella provincia di Cotopaxi, per presunta ribellione e paralisi dei servizi pubblici, che ha smentito fin dall’inizio.
La difesa ha insistito sul fatto che l’arresto era arbitrario e illegale e ha messo in guardia che potrebbe portare il caso alle organizzazioni internazionali, a causa della persecuzione politica.
La rivolta popolare ha chiesto che l’Esecutivo rispondesse a 10 punti sollevati nei dialoghi tenuti a giugno, ottobre e novembre del 2021.
Bloccare i prezzi del carburante a livelli inferiori a quelli attuali, porre fine ai tagli di bilancio all’istruzione ed alla salute, rispettare i diritti collettivi, alleviare i problemi dei produttori agricoli e misure efficaci contro l’insicurezza, erano alcune delle richieste fatte al governo.
Ig/scm