“C’è un assalto di una frazione a Santa Cruz, di destra, che vuole usare il censimento come piattaforma politica per raggruppare la destra che oggi è in stasi”, ha detto il presidente intervenendo ieri in un’assemblea di sindacati a Sucre.
Ha aggiunto che questo settore non ha un discorso, una proposta al paese e l’unica cosa che fa è mentire e screditare il lavoro svolto dal governo nazionale.
Con questa espressione alludeva all’atteggiamento ambiguo del governatore di Santa Cruz, Fernando Camacho, e del rettore dell’Università Autonoma Gabriel René Moreno, Vicente Cuéllar.
Entrambi, nell’incontro per socializzare il censimento della popolazione e delle abitazioni, hanno concordato sul consenso della “depoliticizzazione” del processo e di lavorare in una commissione tecnica.
Tuttavia, poco dopo, nel cosiddetto Comitato Interistituzionale, cambiarono atteggiamento e tornarono a sostenere la protesta.
Arce ha sottolineato che il censimento è di interesse per tutti i boliviani, ma con la linea che “deve essere consensuale in tutto il paese”.
Su queste basi e d’intesa con i nove sindaci delle capitali e di El Alto, nonché con i rettori delle università pubbliche, è in corso un processo di socializzazione del censimento, che ha finora ottenuto la coincidenza di depoliticizzazione e sostegno alla registrazione a Oruro, Cochabamba, Tarija, El Alto, La Paz e Santa Cruz, anche se con l’allontanamento di Camacho.
La prossima settimana questi incontri si concluderanno con Cobija, Trinidad e Sucre.
Ig/jpm