Il presidente ha dedicato molto tempo al caso nella sua conferenza stampa mattutina al Palazzo Nazionale, per spiegare entrambi gli estremi di quanto accaduto la notte del 26 settembre e la mattina del 27 settembre 2014 a Iguala, sotto la presidenza di Enrique Peña Nieto.
Ha detto che le due azioni o parti devono essere prese in considerazione. L’esecuzione del delitto, cioè gli autori materiali della scomparsa e della morte dei 43 giovani è chiara ed è appena stato pubblicato il rapporto su una versione degli orrori che sono stati commessi, ed ha chiesto alla gente di cercarlo su internet ed informarsi.
Ora si cercano i soggetti coinvolti che sono dettagliati nel verbale, alcuni già detenuti, e soprattutto quanto spiegato e rivelato negli otto allegati.
La seconda parte, ha indicato, ha a che fare con gli atti della Procura generale nei confronti di coloro che hanno partecipato od hanno accettato di nascondere i fatti.
Il rapporto, ha detto, parla di come hanno falsificato la menzogna, di chi ha partecipato, di chi ha dato una versione fraudolenta che non corrisponde a quanto accaduto, di tutte le implicazioni e di come stessero mettendo insieme tutta questa falsità, persino torturando le persone e fabbricando dichiarazioni.
Ha ricordato che il rapporto della commissione cita i nomi dei responsabili e che l’accusa sta procedendo e richiede mandati di cattura alla magistratura, ai giudici che amministreranno la giustizia.
Ha detto che è un processo che è già iniziato, ma l’accusa o i giudici determineranno se ci sono altre persone coinvolte, decideranno in assoluta libertà, come per i presunti colpevoli, ma di tutto questo si terrà conto perché l’inchiesta non è chiusa.
Ig/lma