Questa posizione è stata espressa dal rappresentante come inviato permanente della Siria presso le Nazioni Unite, Bassam al-Sabbagh, durante una sessione del Consiglio di Sicurezza sulla situazione politica e umanitaria in questa nazione levantina.
Allo stesso modo, ha descritto le accuse degli Stati Uniti a questo riguardo come inganno legale ed uninsolenza politica.
Il fatto che il delegato degli Stati Uniti abbia invocato le disposizioni dell’articolo 51 della Carta e lo abbia definito “il diritto alla legittima difesa” rappresenta “una scusa che è molto peggio di un peccato”, ha affermato il diplomatico.
Ha spiegato che i soldati del Pentagono sono presenti illegalmente in territorio siriano e senza la richiesta o l’approvazione dello Stato.
La loro presenza rappresenta una chiara violazione della Carta delle Nazioni Unite, del diritto internazionale e delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza che sottolineano il rispetto per la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale della Siria, ha affermato.
D’altra parte, al-Sabbagh ha affermato che Siria sta compiendo grandi sforzi in termini di consolidamento della riconciliazione nazionale, fornendo condizioni di vita dignitose ai suoi cittadini, oltre a riabilitare infrastrutture e servizi di base e ricostruire ciò che è stato distrutto dal terrorismo.
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