Riferendosi alle mobilitazioni antigovernative che, guarda caso, sono state annunciate dalla fazione dell’Associazione dipartimentale dei produttori di coca di La Paz (Adepcoca) guidata da Freddy Machicado, e dalle élite di Santa Cruz, l’avvocato costituzionale Franklin Gutiérrez ha assicurato che c’è nascosta dietro “una mano nera”.
Gutiérrez ha ricordato che, vista l’impossibilità per i seguaci di Machicado e quelli di Arnold Alanes di raggiungere un accordo per risolvere le controversie interne tra queste fazioni sul controllo del mercato della coca a La Paz, le autorità hanno avviato colloqui separati con ciascuno di loro per promuovere una soluzione negoziata all’interno di tale associazione privata.
Tuttavia, Machicado “ha preso a calci il tabellone” e ora annuncia una protesta con migliaia di persone mobilitate che marceranno verso La Paz, sullo sfondo dei recenti tentativi con l’uso di dinamite e bazooka a Villa Fátima e Villa El Carmen, ha sottolineato.
A seguito di questi incidenti, diversi agenti di polizia sono rimasti feriti, il traffico è stato danneggiato e le lezioni nelle scuole della zona sono state sospese, con il corrispondente danno per oltre 10.000 studenti, mentre gli abitanti hanno espresso lamentele per insicurezza.
A proposito di questa situazione, Gutiérrez ha chiesto alla tv boliviana di indagare su chi finanzia le annunciate proteste, che a suo avviso non sono più dovute a controversie sulla coca, ma contro il governo del presidente, Luis Arce.
A Santa Cruz, intanto, questo venerdì in un cosiddetto vertice, i gruppi di potere di Santa Cruz hanno convocato un incontro-protesta per il 30 settembre, da cui usciranno sicuramente accordi di sciopero e altre misure di pressione, secondo il rettore dell’Università Autonoma Gabriel Rene Moreno, Vicente Cuellar.
Le forze comandate da Camacho hanno già portato a termine due scioperi, uno di 24 ore e l’altro di 48 ore, con perdite di circa 30 milioni di dollari al giorno.
Ig/jpm