giovedì 14 Novembre 2024
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Santiago de Cuba ricorda la sua rivolta armata 66 anni fa

Dopo 66 anni, questa città rievoca il 30 novembre la rivolta che ne scosse le fondamenta in attesa della spedizione dello yacht Granma, nell'ambito della strategia insurrezionale contro il governo di Fulgencio Batista.

 

Come da tradizione, l’atto commemorativo è stato ospitato dal Museo della Clandestinità, situato nell’edificio della stazione di polizia, nell’emblematico quartiere di El Tivoli e dove sono stati uccisi Pepito Tey, Tony Alomá e Otto Parellada.

Questa localizzazione era uno dei principali obiettivi dell’azione armata, comandata dal giovane leader Frank País, che ha dimostrato il suo valore come capo dell’azione e del sabotaggio del Movimento 26 di Luglio.

Anche se varie circostanze impedirono che la rivolta coincidesse con l’arrivo dei rivoluzionari che salpavano dal Messico sullo yacht Granma, il suo impatto fu notevole in quanto testimoniò l’effervescenza ribelle del paese, attestata anche dagli eventi successivi.

Nelle sue memorie, raccolte nel libro “El rostro descubierto de la clandestinidad”, Gloria Cuadras descrive quella mattina presto ed il legittimo orgoglio provato quando vide Frank, Armando Hart e Taras Domitro, tra gli altri, indossare per la prima volta la divisa verde oliva.

Quell’attributo, insieme al braccialetto del Movimento insurrezionale, furono i due simboli che andarono a combattere anche in quel giorno memorabile, in cui, secondo le sue parole, Pepito, Tony e Otto “erano caduti nell’assalto alla stazione di polizia, combattendo come leoni”.

 

 

Martha Cabrales, corrispondente di Prensa Latina a Santiago de Cuba

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