Sul suo account di Twitter, il presidente Miguel Díaz-Canel ha espresso: “Oggi ricordiamo il ‘fiore più autoctono ‘, audace organizzatrice dello sbarco del Granma, la prima donna dell’esercito ribelle; interprete sensibile e acuta delle idee di Fidel, trasformate in opere della Rivoluzione; voce e sentimento del popolo: Celia de Cuba”.
Da parte sua, il Primo Ministro, Manuel Marrero, ha detto di lei sul suo account di Twitter: “Come ogni 11 gennaio, il nostro omaggio a Celia, eroina delle pianure e della Sierra, una donna eccezionale, molto amata da Cuba, il ‘fiore più autoctono della nostra Rivoluzione’. La sua impronta è presente in gran parte della storia e del patrimonio del nostro paese”.
Celia Sánchez (9 maggio 1920 – 11 gennaio 1980), è considerata sull’isola una delle figure chiave della Rivoluzione cubana, sia nelle pericolose attività della lotta clandestina che nei combattimenti dell’Esercito Ribelle nella Sierra Master come nell’esecuzione di importanti progetti dopo il trionfo del 1° gennaio 1959.
Fino alla sua morte è stato il braccio destro del leader storico della Rivoluzione, Fidel Castro, e soprattutto nell’arduo e silenzioso compito di raccogliere tutti gli scritti, dalle sue lettere ai più importanti documenti, discorsi e orientamenti, per conservare un patrimonio inestimabile di valore storico.
Donna descritta come estremamente modesta da chi l’ha conosciuta, nascondeva dietro la sua figura snella e minuta un enorme coraggio ed una capacità di lavoro pressoché infinita, in cui riusciva a coniugare la spinta per le grandi opere con i più piccoli e delicati dettagli e la cura per i bambini orfani, malati e chiunque altro avesse bisogno di aiuto.
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