Allo stesso tempo, i manifestanti giunti dai territori che combattono dalla caduta dell’ex presidente Castillo stanno valutando la possibilità di continuare a manifestare per le strade di Lima, per sensibilizzare la popolazione della capitale affinché, dicono, si svegli e si unisca alle azioni.
Questo movimento respinge gli appelli del governo a discutere progetti di sviluppo nelle regioni e chiede le dimissioni della presidentessa Dina Boluarte e l’immediata convocazione di elezioni anticipate, nonché un referendum sulla necessità di un’assemblea costituente.
Anche il ministro del Lavoro, Alfonso Adrianzén, ha annunciato per oggi un incontro con la Central Unitaria de Trabajadores (CUT), il cui segretario generale, Julio César Bazán, ha categoricamente negato.
Ha precisato che il CUT non ha ricevuto nessun invito al dialogo né ne ha richiesto uno, perché “uno scenario in cui imperano la repressione, lo stato di emergenza e l’uccisione di connazionali non è un ambiente adatto per svolgere un dialogo”.
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