Romero ha sostenuto che la polizia ha agito autonomamente dopo una denuncia della polizia dell’università, secondo cui un gruppo di ignoti avrebbe scacciato gli agenti di sicurezza dal centro educativo, il che costituisce un flagrante reato di usurpazione.
Il ministro ha sostenuto di aver saputo dell’irruzione dalla televisione, capeggiata da un’auto blindata che ha sfondato il cancello dell’ingresso principale ed ha sostenuto che gli abusi denunciati, tra cui l’umiliazione nei confronti di donne costrette a spogliarsi, sono responsabilità personale dei poliziotti.
Intanto persistono critiche all’operazione da parte di ampi settori, nonostante ieri sera quasi tutti i 192 detenuti nello sgombero siano stati rilasciati per ordine della Procura e penda un habeas corpus contro Romero ed il capo della polizia, Raul Alfaro.
Il ministro “non sa nemmeno cosa dice” perché prima ha affermato che l’università ha chiesto l’intervento, ma poi dice che è stato per il flagrante reato di usurpazione, ha commentato il giurista, Carlos Rivera.
Lo scrittore Marco Avilés ha mandato in onda un video che dimostra “il più grottesco dell’intervento” a San Marcos, come afferma, dove i poliziotti si dividono tra loro il cibo donato ai manifestanti venuti dall’interno del paese per protestare contro il governo de facto e che erano stati alloggiati nel campus.
La sociologa Lucía Alvites, laureata alla San Marcos, ha commentato che la crudeltà contro la più antica università d’America è storica, poiché le élite l’hanno sempre disprezzata e stigmatizzata, dal momento che educa i figli di contadini e operai.
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