“Il mondo ha attraversato una crisi globale a causa della pandemia, questo ha avuto un impatto socioeconomico a livello internazionale ed ovviamente a Cuba queste conseguenze sono aumentate dagli effetti del bloqueo degli Stati Uniti, intensificato negli ultimi anni”, ha affermato il ministro.
In un’intervista a Prensa Latina in questa capitale, dove guiderà il decimo round di colloqui sull’immigrazione tra i due paesi, Soberón ha sottolineato che la complessa situazione economica della nazione antillana, esacerbata dall’assedio, influenza direttamente la decisione dei cubani di partire dalla loro terra natale.
A questo, ha aggiunto, si aggiunge l’incentivo al flusso migratorio irregolare con benefici che il resto dei migranti negli Stati Uniti non hanno, come la Legge di Aggiustamento Cubano.
Tutti questi fattori, secondo il diplomatico, creano condizioni favorevoli all’emigrazione, poiché da un lato ostacolano lo sviluppo del paese ed il tenore di vita della popolazione, dall’altro concedono privilegi ai migranti.
Tuttavia, c’è una manipolazione della questione da parte dei media, che cercano di incolpare il governo cubano di non aver soddisfatto le aspettative della popolazione, ha sottolineato.
In questo senso ha fatto riferimento a come usano il falso pretesto che Cuba è uno “Stato fallito” quando in realtà, in tutto il mondo, i migranti si spostano dai paesi meno sviluppati verso i paesi più avanzati.
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