giovedì 12 Dicembre 2024
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Prensa Latina, cui erano stati pronosticati pochi mesi di vita, compie 64 anni

Nell'ambito di una campagna orchestrata da ambienti politici negli Stati Uniti che gli promettevano pochi mesi di vita, negli anni, soprattutto nei decenni del '60 e del '70, ha subito pressioni, minacce, chiusure, aggressioni ed attacchi ai suoi giornalisti; però, tuttavia, è riuscita non solo a sopravvivere, ma anche ad avanzare.

La storica statunitense Renata Keller ha concluso in un’inchiesta sull’agenzia di stampa con sede a L’Avana, che “Prensa Latina è sopravvissuta, si è espansa e persino è fiorita”.
Nelle conclusioni del lavoro dettagliato, Keller ha affermato che “in un certo senso, la sola sopravvivenza potrebbe essere considerata una vittoria”, pur dimostrando la capacità di resistere a numerosi attacchi, che ha definito “impressionanti e senza precedenti”.
“I suoi fondatori speravano di creare una fonte alternativa di notizie ed informazioni su Cuba, America Latina ed il resto del mondo, e ci sono riusciti”, ha detto l’accademica sul ruolo del portale web nel promuovere la Rivoluzione cubana e contrastare l’isolamento che hanno tentato gli Stati Uniti.
L’ostilità contro PL non solo è stata rappresentata da azioni politiche e tentativi di isolare e chiudere i suoi uffici, ma anche hanno attentato alla vita dei suoi giornalisti.
Tanti gli atti ostili, dal vandalismo contro il suo ufficio davanti alle Nazioni Unite all’arresto da parte dell’FBI per intimidirlo del primo corrispondente in questo luogo, Francisco V. Portela.
Nel 1970, il giornalista cileno Elmo Catalán, un collaboratore di PL in Bolivia, e sua moglie Jenny Koeller sono stati assassinati. Poco dopo, il regime golpista boliviano ha chiuso gli uffici dell’agenzia.
Anche il suo ufficio a Montevideo è stato perquisito ed i suoi giornalisti sono stati arrestati. Poco dopo, il consiglio militare uruguaiano ha chiuso questo ufficio.
Nel 1972 è stato assassinato il corrispondente Luís Martirena, insieme alla moglie Ivette Jiménez, che è stato anche direttore degli uffici a Montevideo fino alla metà del 1971.
Martirena e sua moglie sono stati colpiti da armi da fuoco in Uruguay nel 1972 sulla porta di casa loro. Lo stesso anno anche due corrispondenti dell’agenzia sono stati espulsi dall’Ecuador.
Il personale di Prensa Latina ed i giornalisti cileni degli uffici di Santiago sono stati oggetto di una sparatoria l’11 settembre 1973. Jorge Timossi è stato capo corrispondente in Cile durante tutto il processo politico guidato dal presidente Salvador Allende.
Questo lugubre giorno del golpe militare contro il governo popolare di Allende, gli uffici di Santiago sono stati violentemente saccheggiati, i loro giornalisti arrestati ed espulsi dal paese. Tra loro, oltre a Timossi, la cilena Elena Acuña, il peruviano Jorge Luna e il cubano Mario Mainadé.
Ci sono stati altri attentati: il capo degli uffici di Città del Guatemala, Manuel Guerrero, è stato oggetto di minacce di morte e di un attentato dinamitardo alla sede, e più recentemente l’inviato speciale in Honduras è stato espulso a seguito del golpe contro Manuel Zelaya.
Nell’ottobre del 1983, l’ufficio di Grenada è stato chiuso durante l’invasione statunitense di questa isola caraibica e il suo corrispondente, Arnaldo Hutchinson, è stato arrestato e deportato.

NONOSTANTE LE OSTILITÀ, NON SI È FERMATA

Tuttavia, nonostante queste ostilità l’agenzia non si è fermata; durante questo periodo, ha firmato accordi di collaborazione giornalistica con numerosi media nei paesi dell’America Latina, Europa, Africa, Asia e persino negli Stati Uniti.
Dopo la riapertura degli uffici di corrispondenza in Argentina, Colombia ed Ecuador, e quello inaugurato in Portogallo, finisce l’anno 1974 con uffici in 26 paesi.
Ha sponsorizzato il Primo Incontro di Redattori di Temi Latinoamericani delle Agenzie Socialiste  a L’Avana ed ha stabilito legami con il CTK, dell’allora Cecoslovacchia; l’APN, dalla Polonia; Tanjug, dalla Jugoslavia, e con il settimanale francese L’Express.
Nei Caraibi orientali, ha aperto i suoi primi uffici nel 1975, in Guyana e Giamaica, così come nel 1976 quelli di Angola, Africa e Sri Lanka, Asia meridionale, e ha iniziato le sue trasmissioni per queste regioni in spagnolo, inglese e francese.
L’istituzione ha continuato a stabilire progressivamente legami di cooperazione con i più diversi media del mondo: tra molti altri, l’agenzia TASS dell’Unione Sovietica; l’ADN, dalla Repubblica Democratica Tedesca; il PTI, dall’India; BBS, dal Bangladesh, e ANOP, dal Portogallo.
Dopo essere stato interrotto dal 1969, ha ripreso lo scambio di servizi di informazione con l’agenzia statunitense Associated Press (AP) nel 1979, attraverso un accordo di cooperazione.
Sempre nel 1979 ha anche stabilito un nuovo sistema di comunicazioni attraverso il satellite Intersputnik con l’agenzia di stampa spagnola EFE, che collegava L’Avana con Madrid.
Nel 1989 Prensa Latina contava 40 corrispondenti e circa un migliaio di clienti riceveva una media di 300 articoli al giorno in diverse lingue.
Questi progressi sono stati interrotti con l’aggravarsi della crisi economica a Cuba negli anni ’90, che l’ha costretta a ridurre i servizi, le pubblicazioni e chiudere gli uffici, riducendo il numero da 40 a soli 16 all’estero.
Successivamente, a causa del bloqueo degli Stati Uniti contro Cuba, molti corrispondenti di Prensa Latina hanno incontrato ostacoli nell’apertura di conti bancari e nell’effettuazione di trasferimenti finanziari, nonché procedure di visto per coprire eventi internazionali o il trasferimento dei loro giornalisti. In tutti questi anni, Prensa Latina ha avuto la guida di 10 direttori generali. Dopo il suo capo fondatore Jorge Ricardo Masetti, altri nove hanno assunto i compiti complessi nelle diverse fasi dello sviluppo dell’agenzia, non solo per mantenerne l’operatività, ma per assicurarne la crescita e l’influenza, fino a farla diventare un centro multimediale di riferimento.
Fernando Revuelta (1961-1962), José Felipe Carneado (1962-1967), Orlando Fundora (1967) e José M. Ortiz (1967-1970) hanno diretto l’agenzia contro numerosi attacchi esterni nel suo primo decennio di esistenza.
Manuel Yepe è stato incaricato di dirigerla dal 1970 al 1973, quando le pressioni nei confronti di PL erano in aumento. Gustavo Robreño l’ha seguito nel 1973 e l’ha fatto fino al 1984 quando subentrò Pedro Margolles. Durante il suo mandato, l’agenzia ha inaugurato i suoi uffici in Etiopia e Nicaragua e li ha riaperti in Costa Rica, modernizzando al contempo la sua infrastruttura tecnica, automatizzando le trasmissioni.
Nel 2003, Frank González ha assunto la sua guida per espandere i servizi di notizie, aprire uffici, aggiungere nuove pubblicazioni e creare un piccolo studio di notizie video.
A partire dal 2010, già sotto la direzione di Luis Enrique González, Prensa Latina è entrata nel mondo dei social media, ha diversificato i suoi servizi di informazione, modernizzato i suoi portali, creato siti di notizie in francese e arabo e aperto uffici di corrispondenza a Damasco e Port-au-Prince, ed ha riaperto Washington, Londra e San Jose.
Nonostante le avversità economiche, con il grande impegno del suo staff giornalistico, mantiene la preparazione e la trasmissione quotidiana di quasi 400 articoli in sei lingue, realizza venti spot radiofonici e apre una radio online. Inoltre, ha continuato a firmare accordi con agenzie di stampa ed altri organi di informazione.
Con uffici in quasi 40 paesi in tutti i continenti, Prensa Latina è considerata come il media cubano che pubblica il maggior numero di notizie ogni giorno e uno dei media con la più alta produzione di notizie in tutta l’America Latina ed i Caraibi.
Il suo sito web è il portale cubano con il miglior posizionamento su Internet, secondo la classifica di Alexa, e gli abbonati ai canali dei social media dell’agenzia crescono ogni giorno, tra cui Facebook, Twitter, YouTube e Instagram.

Martin Hacthoun, giornalista di Prensa Latina

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