La parlamentare progressista, Ruth Luque, oggi ha condannato la risposta repressiva, che, ha detto, dimostra la paura dell’amministrazione di Dina Boluarte, disapprovata in tre sondaggi privati, dall’80% dei consultati.
Tra le misure adottate, ha citato l’obbligo di presentare la propria carta d’identità alla Polizia, imposto ai viaggiatori in arrivo a Lima, dove sono cominciate ad arrivare avanzate di manifestanti per unirsi ai cortei che esigono le dimissioni di Boluarte.
Il controllo degli accessi stradali alla capitale comprende foto, registrazioni vocali e video di possibili viaggiatori che protestano, oltre alla perquisizione dei loro bagagli.
Secondo la deputata Luque, l’obbligo di presentare una carta d’identità alla polizia è legalmente autorizzato solo in caso di sospetto di reato e il sospetto in massa è illegale.
Il ministro dell’Interno, Vicente Romero, è stato contestato per il rischio di ripetere le morti durante le proteste contro l’ascesa di Boluarte alla presidenza, che hanno lasciato un saldo di 49 morti nelle manifestazioni tra dicembre e marzo scorsi.
Il ministro ha affermato che la polizia è stata preparata in materia di diritti umani e che arresterà solo elementi violenti che si infiltrano in cortei pacifici e li assicurerà alla giustizia.
Tuttavia, la preoccupazione per la possibilità che si ripetano i tragici eventi è molta, infatti il governatore della regione andina meridionale del Cusco, Werner Salcedo, ha annunciato che nelle mobilitazioni non sarà ammesso un morto in più.
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