venerdì 26 Luglio 2024
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Siamo tutti Fidel

Le condizioni economiche del popolo cubano sono state estremamente avverse da quando l'avvocato e procuratore generale statunitense Robert Kennedy, fratello del presidente di turno, ha chiesto alla commissione di difesa una soluzione per fermare la collaborazione tra l'allora Unione Sovietica e Cuba.

Questo, a causa della minaccia che si supponeva se una base militare russa fosse stata costruita nel paese di Fidel Castro. Inoltre, non avrebbero permesso, tra le altre cose, l’avanzata del comunismo in America.

L’idea ossessiva di demonizzare il diverso modo di vivere la via socialista di quei paesi che hanno deciso di farlo, ha da allora segnato una politica estera statunitense basata, tra le altre calamità, su vessazioni, minacce tariffarie, invasioni ed estorsioni.

I principi fondamentali che hanno i paesi socialisti, come la ricchezza equamente distribuita e la ricerca del benessere dell’intera popolazione, sono stati una falsa idea di una minaccia politica, bellica e commerciale per gli Stati Uniti.

In questo modo, un governo che non sia d’accordo con la cultura del libero mercato, la difesa della democrazia yankee e il diritto di intervenire in qualsiasi territorio straniero, sarà automaticamente considerato un potenziale nemico.

L’argomento sostenuto con veemenza dai repubblicani o dai democratici -non importa quale sia il partito- era, ed è tuttora, il diritto di difendere la libertà, la democrazia e la pace sociale del popolo governato da un traditore, o da un dittatore, che pur non esistendo, è menzionato solo come pretesto.

È così che inizia il bullismo. E, da quel momento, il paese bersaglio sarà diventato un nemico. Fu allora che, a partire dal 7 febbraio 1962, la resistenza storica del popolo e del governo cubani avrebbe dovuto affrontare centinaia di sanzioni di ogni tipo, ma la più grave è stata la condanna prolungata per decenni.

Da quella data, i progressi cubani sono stati sorprendenti in aree che sono quasi impossibili da realizzare con tali sanzioni economiche e finanziarie. Ad esempio, hanno uno sviluppo educativo più elevato rispetto agli Stati Uniti.

Per quanto riguarda l’assistenza medica universale, è impossibile non essere sorpresi dal sistema di assistenza alla popolazione, nonostante la carenza di attrezzature e di medicinali.

Negli Stati Uniti, stare bene costa una fortuna. L’attenzione privata è un affare milionario e gigantesco. In quel paese è meglio non ammalarsi, tanto meno se si è immigrati; tanto peggio se la permanenza è illegale.

Per quanto riguarda la scienza, i risultati in settori come la medicina preventiva e specialità come la cardiologia, la genetica ed altri non possono essere nascosti. Immaginiamo l’enorme sviluppo con un maggiore e sufficiente sostegno economico.

Stiamo parlando di sanzioni economiche fascistoidi che vengono prolungate senza motivo legittimo. Il provvedimento, il famigerato bloqueo, che, per la comunità internazionale, è disumano, incongruo, obsoleto e che, anno dopo anno, viene ripudiato quasi all’unanimità dall’Assemblea Generale dell’Onu, non ha raggiunto il 100% dei voti per annullarlo.

Incredibilmente, il rifiuto di tre membri ostacola la decisione degli altri 185. Si chiama democrazia?

Quanto sopra ci dimostra che la leadership dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite non ha la creatività ed il talento diplomatico per generare le condizioni che le consentano di annullare definitivamente tutte le sanzioni attuali e future contro la Repubblica di Cuba.

Nonostante il rifiuto mondiale di questa misura illegale, è stata riproposta, ancora una volta, dagli stupidi consiglieri politici e criminali supini dei periodi presidenziali dal 1993 al 2001. E non solo, ma è stata sostenuta dall’ex presidente William Clinton, che sapeva bene che il controverso provvedimento non aveva né logica né utilità.

Il tempo gli ha dato ragione, dopo 60 anni, lungi dal distruggere il cammino socialista che il popolo ed il governo cubani hanno deciso di adottare, la sopravvivenza a Cuba è stata possibile.

Nel corso di tanti decenni hanno dimostrato la grande capacità di resistenza e resilienza di diverse generazioni. La coscienza sociale e politica che continua a prevalere nella comunità di Cuba è ammirevole.

La minaccia è ancora presente, ma molto presto l’incubo deve finire per il popolo cubano. Continuiamo a chiedere l’annullamento definitivo delle sanzioni.

Siamo d’accordo con la dichiarazione del presidente Miguel Díaz-Canel durante l’apertura dell’ultimo Forum dei Popoli: Esprimiamo la convinzione che non abbasseremo le braccia né ci inginocchieremo per chiedere scusa per aver difeso il diritto alla differenza.

Anthony Gersenson, professore messicano collaboratore di Prensa Latina

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