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I nigerini chiedono la nazionalizzazione delle miniere di uranio

Niamey, 8 ago (Prensa Latina) Sull'orlo del delirio per un possibile intervento armato, migliaia di nigerini hanno chiesto la nazionalizzazione delle miniere di uranio e, per inciso, hanno sostenuto il governo militare.

La folla riunita allo stadio Seyni Kounche della capitale ha ricevuto con una standing ovation i membri del Consiglio Nazionale per la Salvaguardia della Patria (CNSP), nome adottato dai militari che lo scorso 26 luglio hanno deposto il presidente del Niger, Mohamed Bazoum, con un golpe di stato incruento.

Quasi immediatamente, la Commissione Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS) ha chiesto il ripristino di Bazoum, altrimenti minaccia il lancio di un’operazione militare in qualsiasi momento, per farlo con la forza.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la prima reazione non è venuta dagli interessati, ma da Mali e Burkina Faso, entrambi confinanti, e dalla Guinea, tre paesi anch’essi dell’Africa occidentale come Niger, che hanno avvertito che avrebbero preso qualsiasi invasione come un atto di guerra contro di loro.

I presenti all’incontro nello stadio del Niger hanno scandito slogan contro la presenza militare francese nel loro paese e chiesto la nazionalizzazione delle miniere da cui Francia, ex metropoli coloniale, estrae l’uranio per le sue centrali nucleari.

“Niger è un paese sovrano”; ‘Il popolo è con il suo esercito”, erano alcuni degli slogan dei manifestanti che portavano anche le bandiere del loro paese, Algeria, Mali, Burkina Faso e Guinea.

Un’altra delle bandiere nazionali alzate è stata quella della Russia, in un momento in cui questo paese è sottoposto a sanzioni da parte delle potenze occidentali ed è bersaglio di una campagna perché Africa rinunci ai suoi legami con la potenza eurasiatica, che risalgono alla lotta anticoloniale durante il secolo passato.

Ig/msl

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