venerdì 26 Luglio 2024
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UE smente l’annuncio della sospensione degli aiuti a Palestina

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Tra le forti critiche all'annuncio della sospensione degli aiuti allo sviluppo a Palestina, l'Unione Europea (UE) ha smentito le recenti dichiarazioni al riguardo del commissario europeo per l'allargamento e la politica di vicinato, Olivér Várhelyi.

La decisione di denunciare la presunta sospensione del programma di cooperazione allo sviluppo con Palestina, per circa 691 milioni di dollari, è stato un atto libero di Várhelyi, senza nessun accordo con gli altri commissari, ha indicato la direzione dell’Unione Europea.
Il messaggio in Twitter del citato commissario non ha avuto il consenso della Commissione Europea, dichiarò il suo portavoce ufficiale, Eric Mamer
Piuttosto, ha affermato, si stanno rivedendo i canali attraverso i quali gli aiuti arrivano alla popolazione palestinese, in seguito allo scoppio del conflitto tra le forze israeliane ed il movimento di resistenza di Hamas, con sede nella Striscia di Gaza.
Le forze israeliane hanno risposto con massicci bombardamenti su Gaza, un’area di 360 chilometri, dove vivono quasi tre milioni di abitanti, ora completamente bloccata da Tel Aviv, senza acqua, elettricità, carburante o cibo.
In soli quattro giorni di scontro, più di 1.300 persone sono morte e quasi 7.000 sono state ferite da entrambe le parti.
Il tema degli aiuti a Palestina è tra i temi in discussione nella riunione straordinaria dei ministri degli esteri dei 27 paesi dell’UE, convocata in Oman dal capo della diplomazia europea, Josep Borrell, in visita nel paese.
Secondo la pubblicazione “Politico”, il conflitto levantino ha già cominciato ad aprire crepe nella posizione comune dell’Unione Europea e queste potrebbero aggravarsi, sottolinea.
Nella conferenza stampa del portavoce dell’UE a Bruxelles, alla domanda se l’Unione Europea inviterà tutte le parti a porre fine immediatamente alle ostilità e se condannerà i bombardamenti non selettivi di Israele su Gaza, Mamer ha affermato soltanto che la posizione comune sul conflitto viene decisa in Oman.

Tony Rondon, giornalista di Prensa Latina

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