L’organizzazione ha assicurato che durante il fine settimana sono arrivati nell’enclave 34 camion con i rifornimenti raccolti dalle Nazioni Unite e dalla Mezzaluna Rossa, mentre i bisogni nella Striscia di Gaza richiedono almeno 100 camion di aiuti al giorno.
Le entità sul campo hanno confermato che le donne ed i bambini sono le principali vittime degli attacchi israeliani, rappresentando il 62% delle vittime.
Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (OCHA), più di mille persone sono scomparse e “si presumono intrappolate o morte sotto le macerie”, mentre i feriti superano i 17.000.
Più di 625.000 minorenni a Gaza rimangono senza accesso all’istruzione da 12 giorni, mentre 206 scuole hanno subito danni.
Di queste, almeno 29 sono strutture gestite dall’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei Rifugiati Palestinesi (UNRWA).
L’UNRWA, dal canto suo, ha denunciato ieri la morte di 29 dipendenti dell’enclave, metà dei quali insegnanti.
Nella Cisgiordania occupata, l’escalation ha portato anche a restrizioni sull’accesso all’istruzione, ha aggiunto l’OCHA.
Tutti i centri educativi del territorio hanno chiuso dal 7 al 9 ottobre, cosa che ha interessato circa 782mila studenti e, dalla scorsa settimana, più di 230 scuole dove studiano circa 50mila studenti, non hanno riaperto.
Ig/ebr
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