Rappresentanti dei sindacati e delle organizzazioni libanesi hanno denunciato dalla città meridionale di Saida i massacri commessi dall’esercito di Tel Aviv contro la popolazione palestinese di Gaza.
I manifestanti hanno condannato la complicità degli Stati Uniti e di numerose potenze occidentali, mentre hanno chiesto un maggiore sostegno da parte della comunità internazionale di fronte al genocidio perpetrato da Israele.
Allo stesso tempo, i manifestanti hanno sottolineato il loro impegno a favore della resistenza palestinese ed hanno evidenziato il coraggio, gli sforzi ed i sacrifici del popolo di Gaza.
In questo contesto, i cittadini di Amman, capitale della Giordania, hanno reclamato alle autorità locali di annullare l’accordo di Wadi Araba per normalizzare le relazioni con Israele, nonché di chiudere l’ambasciata nel paese.
Una folla di persone giordane ha invocato una preghiera unitaria del venerdì a sostegno di Gaza, al confine tra Iraq e Giordania.
Inoltre, gli iracheni si sono riversati al valico di frontiera di Trebil con Giordania per chiederne l’apertura a sostegno dei loro fratelli palestinesi.
Da parte sua, il leader del movimento sadrista in Iraq, Muqtada al-Sadr, ha chiesto una decisione parlamentare e governativa per chiudere la missione diplomatica di Washington nel paese.
La marcia di solidarietà con Gaza in piazza Al-Sabeen (plaza Setenta), nella capitale dello Yemen, ha condannato i crimini e l’assedio commessi dal regime israeliano, sostenuto dagli Stati Uniti e da altri paesi occidentali.
Le comunità arabe e islamiche e gli attivisti solidali che vivono in Qatar hanno fatto una manifestazione a Doha, la capitale, per riaffermare il sostegno al popolo palestinese.
Ig/yma
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