mercoledì 6 Novembre 2024
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La nostra capacità di resistere e vincere si basa sul socialismo e sulla sua opera, sull’unità e sull’ideologia rivoluzionaria

Discorso pronunciato dal Generale d'Esercito Raúl Castro Ruz, leader della Rivoluzione, in occasione del 65° Anniversario del Trionfo della Rivoluzione, nella Piazza Céspedes, Santiago di Cuba, il 1° gennaio 2024, “Anno 66 della Rivoluzione”.

“Compatrioti:

Arriviamo al 65° anniversario del trionfo della nostra Rivoluzione socialista. Sono state molte le sfide che abbiamo dovuto affrontare per arrivare fin qui; ma ne è valsa la pena, lo confermano l’opera della Rivoluzione e le sue conquiste sociali, anche in mezzo alle difficoltà.

Il primo pensiero dei cubani in questa storica commemorazione è stato per Fidel, soprattutto qui, nell’eroica città di Santiago di Cuba, che custodisce le sue spoglie immortali, e di tutti coloro che sono caduti nel nobile proposito di realizzare e preservare la indipendenza della patria.
Siamo riuniti nello stesso luogo in cui Fidel proclamò il 1° gennaio 1959 il trionfo dell’unica Rivoluzione che sia esistita a Cuba, iniziata il 10 ottobre 1868 da Carlos Manuel de Céspedes, il Padre della Patria, a cui è dedicata questa piazza.
A causa dei paradossi della storia, l’allora nascente impero yankee completò l’occupazione militare di Cuba il 1° gennaio 1899, pertanto il suo dominio totale sulla nostra isola durò esattamente 60 anni.
Uno degli atti più vergognosi e oltraggiosi dell’occupante in quei giorni fu quello di impedire l’ingresso in città alle truppe dell’Esercito di Liberazione comandate dal Maggiore Generale Calixto García, senza le cui azioni, non c’è dubbio, gli spagnoli avrebbero sconfitto su tutta la linea quegli invasori arroganti, ma piuttosto inetti. Per questo Fidel, quando era alle porte di Santiago, ha dichiarato nel suo discorso a Radio Rebelde: “Questa volta i mambises entreranno a Santiago de Cuba […] La storia del 1895 non si ripeterà”, ha concluso.

Ricordo quella memorabile notte del 1° gennaio 1959. Come molti sanno, per decisione del Comandante in Capo ero arrivato ore prima a Santiago con la missione di consolidare la resa della guarnigione della caserma Moncada, circa 5.000 uomini che si trovavano in questa città, oltre al grosso delle forze della Marina da Guerra, ed io ero, come uno in più, tra la folla, che riempiva questa piazza.

Fidel, vedendomi, mi ordinò di salire sul palco e di parlare ai presenti, io dissi solo alcune brevi parole che non sono state custodite, ma non erano importanti. Sì, ci sono quelle di Fidel, che in quell’occasione ci avvertì: “La Rivoluzione comincia adesso; la Rivoluzione non sarà un compito facile, la Rivoluzione sarà un’impresa dura e piena di pericoli”. Otto giorni dopo, in seguito al suo ingresso trionfale nella capitale, ha insistito su questo punto, quando ha affermato: “La gioia è immensa. Eppure c’è ancora molto da fare. Non ci illudiamo di credere che d’ora in poi tutto sarà facile; Forse d’ora in poi sarà tutto più difficile”, ha detto.

È stato il suo primo avvertimento a non sopravvalutare i successi ed a prepararsi ad affrontare l’opzione più difficile, e la vita si è occupata di dimostrare quanto avesse ragione. Il cammino intrapreso non è stato facile, abbiamo dovuto affrontare la permanente e perversa aggressività del nemico, che è ricorso anche all’invasione militare, al terrorismo e ad un bloqueo spietato e crudele, condannato dalla stragrande maggioranza delle nazioni del mondo, nel suo tentativo fallito di distruggere la nostra Rivoluzione e cancellare il suo esempio ispiratore per gli altri popoli, che è possibile costruire una società giusta e umana, con pari opportunità per tutti.

La politica di ostilità permanente e di bloqueo del governo degli Stati Uniti è la causa principale delle difficoltà della nostra economia. Non abbiate dubbi su questa realtà, anche se il nemico investe milioni di dollari e fa molti sforzi per nasconderla. È sostenuto da alcuni che agiscono contro il proprio paese, sia per desiderio di profitto sia semplicemente per spirito di servitù. Altri si lasciano confondere dalle loro bugie e in un certo senso fanno inconsciamente il loro gioco, sopraffatti dalle difficoltà quotidiane. Con questi ultimi non possiamo perdere la pazienza, dobbiamo ascoltarli, spiegare loro fino a convincerli con l’arma potente della verità, che è dalla nostra parte.

Quanto detto non significa in nessun modo che siamo inconsapevoli delle nostre carenze ed errori, che non sono mai stati di principio. La direzione della Rivoluzione si è caratterizzata, durante questi 65 anni, per la sua trasparenza ed il suo spirito autocritico, nel discutere con il popolo le eventuali carenze, consapevole che solo insieme potremo sradicarle.

Percorrendo il percorso sconosciuto che la costruzione del socialismo comporta in un paese povero e sottoposto ad aggressione costante, siamo stati costretti a creare i nostri modi di agire, prova che il processo rivoluzionario cubano è sempre stato caratterizzato da un’immensa capacità creativa.

Oggi possiamo dire con orgoglio sano che né le aggressioni esterne, né i colpi della natura, né i nostri errori hanno impedito di raggiungere questo 65° anniversario. Eccoci qui e qui staremo!

Ciò è stato possibile, innanzitutto, grazie alla resistenza dimostrata ed alla fiducia in sé stesso del nostro popolo eroico; alla guida saggia del Comandante in Capo della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro Ruz; all’esistenza di un Partito, che è l’erede degno della fiducia riposta dal popolo nel suo leader, ed all’unità della Nazione.

Il compagno Díaz-Canel ha fatto riferimento a questo percorso poco fa, nel suo resoconto dell’epopea vissuta dai cubani in questi 65 anni, e che si estende ai momenti difficili e indimenticabili del Moncada, del Granma e della lotta nella Sierra e nella pianura, fino a raggiungere il vero trionfo, un giorno come oggi.

E quanto maggiori sono le difficoltà ed i pericoli, tanto più sono necessarie esigenza, disciplina e unità. Non un’unità ottenuta ad ogni costo, ma basata sui principi che Fidel ha così accuratamente definito nella sua riflessione del 22 gennaio 2008, e cito:
“Unità significa condividere la lotta, i rischi, i sacrifici, gli obiettivi, le idee, i concetti e le strategie, che si raggiungono attraverso i dibattiti e le analisi”. “Unità significa la lotta comune contro gli annessionisti, i venduti ed i corrotti che non hanno nulla a che fare con un militante rivoluzionario”.

E ha aggiunto un’altra idea essenziale: “Dobbiamo evitare che, nell’enorme mare di criteri tattici, si diluiscano le linee strategiche e si immaginino situazioni inesistenti”.

Questa è la nostra unità, che non è nata per magia, ma l’abbiamo pazientemente costruita insieme, mattone dopo mattone. Ogni patriota sincero ha avuto un posto nella Rivoluzione cubana, con l’unico requisito di essere disposto ad affrontare l’ingiustizia e l’oppressione, a lavorare per il bene del popolo ed a difendere le sue conquiste.

In questa fucina di azione e di pensiero è stato forgiato il nostro Partito, lontano dall’autoritarismo e dalle imposizioni, che sempre ha ascoltato e discusso i diversi criteri ed ha dato partecipazione a tutti coloro che sono disposti ad unirsi al lavoro. La modestia, l’onestà, l’attaccamento alla verità, la lealtà e l’impegno sono state la chiave. Nel socialismo e nella sua opera, nell’unità e nell’ideologia rivoluzionaria, si fonda la nostra capacità di resistere e di vincere.

L’unità è la nostra principale arma strategica; ha permesso a questa piccola isola di vincere ogni sfida; sostiene la vocazione internazionalista del nostro popolo e le sue imprese in altre terre del mondo, seguendo la massima di Martí che la patria è umanità. Prendiamoci cura dell’unità più della luce dei nostri occhi! Non ho dubbi che sarà così. Sono convinto che “los Pinos Nuevos”, la nostra combattiva gioventù, garantiranno tutto ciò.

L’unità formata dal Partito, dal Governo, dalle organizzazioni di massa e da tutto il nostro popolo, ed in questo contesto dai combattenti delle Forze Armate Rivoluzionarie e del Ministero degli Interni, è lo scudo contro il quale si schianteranno, ancora una volta, tutti i piani sovversivi del nemico, che spaziano dall’uso sistematico della menzogna al terrorismo.

Oggi posso affermare con soddisfazione che la Rivoluzione cubana, dopo 65 anni di esistenza, lungi dall’indebolirsi, si rafforza, e come dissi dieci anni fa, in un giorno come oggi ed in questo stesso luogo, senza compromessi con nessuno, solo con il popolo.

Compagni e compagne:

So che esprimo i sentimenti della Generazione Storica ratificando la fiducia in coloro che oggi occupano responsabilità di leadership nel nostro Partito e Governo, e nelle altre organizzazioni e istituzioni della nostra società, dalle posizioni più alte alle decine di migliaia di leader di base che si trovano in prima linea nella battaglia. In circostanze molto difficili, la stragrande maggioranza ha dimostrato con le proprie azioni la necessaria fermezza e volontà rivoluzionaria per superare le difficoltà attuali ed andare avanti insieme al nostro popolo.

Chi, per capacità insufficienti, per mancanza di preparazione o semplicemente perché stanco, non è all’altezza del compito richiesto dal momento, deve cedere il posto ad un altro collega disposto ad assumersi l’incarico.

Invito tutti i nostri funzionari a meditare ogni giorno su cosa si può fare di più per guadagnare la fiducia ed il sostegno esemplare dei nostri compatrioti, anche in mezzo a così tante necessità, a non essere ingenui o trionfalisti, ad evitare risposte burocratiche e qualsiasi manifestazione di routine ed insensibilità, per trovare soluzioni realistiche con ciò che abbiamo, senza sognare che qualcosa cadrà dal cielo. Inoltre, tra i tanti impegni e sfide quotidiane, devono trovare il tempo per studiare, la conoscenza è sempre stata un’arma essenziale, ed oggi lo è ancora di più.

Se grandi sono le sfide e le difficoltà attuali, maggiore è l’opera della Rivoluzione, che costituisce la sua migliore ed inconfutabile difesa contro le infamie del nemico, opera palpabile in ogni angolo di Cuba sul piano materiale e spirituale.

La Rivoluzione ha nobilitato Cuba ed i cubani. Il concetto stesso di potere ha assunto una nuova dimensione quando la politica ha cessato di essere feudo di una élite e l’intero popolo è diventato protagonista del proprio destino. Per questo dobbiamo difendere e portare avanti questa Rivoluzione degli umili, con gli umili e per gli umili.

La storia ci ha più che insegnato dove portano la rassegnazione e il disfattismo. Non resistiamo e basta. Usciremo da queste difficoltà, come abbiamo sempre fatto, lottando! con la stessa decisione di Baraguá, Moncada, Granma, Girón e con le ferme convinzioni che ci ha trasmesso il Comandante in Capo.

Oggi questo si traduce nel lavorare di più e soprattutto nel farlo bene. È il nostro impegno per la gloriosa storia della patria ed il miglior tributo ai caduti.

Come ha spiegato chiaramente pochi giorni fa il Primo Ministro, il compagno Manuel Marrero, nell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, nella complessa ed inevitabile battaglia economica è imperativo avanzare in produttività, ordine ed efficienza, anche se ciò implica certi sacrifici per creare le condizioni che ci permettano di uscire dalla situazione attuale e svilupparci.

Trovare una risposta a queste difficoltà è un dovere ineludibile di tutti i rivoluzionari cubani. In una data così significativa, chiedo al nostro popolo di unirsi in modo consapevole e responsabile, come siamo abituati, a questo sforzo che oggi esige la patria.

Ribadisco una convinzione che ho espresso nel Parlamento cubano il 1° agosto del 2010: “A noi rivoluzionari cubani, le difficoltà non ci tengono svegli, la nostra unica possibilità è continuare la lotta con ottimismo e fede incrollabile nella vittoria”.

A questo sforzo supremo parteciperanno in modo decisivo le Forze Armate Rivoluzionarie ed il Ministero degli Interni, custodi fedeli e sicuri della Rivoluzione. Se ieri dalle armi vittoriose dell’Esercito Ribelle è emersa la nuova patria libera, bella, vigorosa ed invincibile, oggi posso affermare che di fronte a qualsiasi minaccia o debolezza i suoi combattenti non rinunceranno a continuare ad essere, insieme al Partito, l’anima della Rivoluzione.

Cari connazionali:

Come affermò il Comandante in Capo nel suo messaggio in occasione della fondazione dell’Associazione dei Combattenti della Rivoluzione Cubana, trent’anni fa: “…Non ci sono contraddizioni generazionali nella Rivoluzione per una semplice ragione: perché non c’è invidia né desiderio di potere tra i suoi figli”.
“Nessuno di noi, vecchi combattenti, resta attaccato alle posizioni né si considera creditore della patria per avergli reso un servizio, e finché avremo le forze saremo nella posizione che ci è stata assegnata, non importa quanto modesta possa essere.” Questo per quanto riguarda le parole di Fidel, che sembrano essere state dette oggi.

In questa data così significativa posso affermare che il nostro più grande orgoglio e soddisfazione è essere stato con Fidel in ogni momento di gioia, indignazione o tristezza; avendo imparato da lui l’importanza decisiva dell’unità; non perdere la serenità e la fiducia nella vittoria, per quanto insormontabili possano sembrare i potenti ostacoli od i pericoli dei nemici; imparare e trarre forza da ogni battuta d’arresto fino a trasformarla in vittoria.

Fedeli ai suoi insegnamenti e al suo esempio, eccoci qui! e dall’eroica Santiago di Cuba confermiamo che rimaniamo con i piedi nella staffa e pronti a caricare con il machete, insieme al popolo e come un altro combattente, contro il nemico ed i nostri stessi errori, certi che il grido mambì risuonerà sempre in questa terra:

Viva Cuba libera!”

di Raul Castro Ruz

dal sito della Presidenza di Cuba, traduzione di Ida Garberi

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