La Corte Suprema ha ratificato la sentenza di un tribunale precedente che aveva lasciato la condanna a quattro anni e sei mesi in attesa della ratifica da parte del tribunale che ha emesso oggi la sentenza definitiva.
Ha però applicato un decreto legislativo approvato pochi mesi fa e che ha innalzato da quattro a cinque anni di pena entro i quali i giudici possono disporre la sospensione della pena detentiva e la sua sostituzione con una sorta di liberazione condizionale.
L’ufficio del pubblico ministero ha chiesto che Kenji Fujimori e i suoi coimputati scontassero sei anni e sei mesi, perché le accuse erano pienamente provate, secondo l’accusa.
Il pubblico ministero ha sottolineato che Kenji Fujimori ha offerto ai deputati del partito di Fujimori, guidato da sua sorella maggiore Keiko, lavori pubblici e vantaggi in cambio in cambio al fatto che non votassero per destituire l’allora presidente neoliberista, Padro Pablo Kuczynski.
Anche Guillermo Bocángel, Bienvenido Ramírez e l’ex consigliere Alexei Toledo hanno ricevuto lo stesso trattamento dal tribunale presieduto dal noto magistrato César San Martín, che nel 2009 era a capo della Corte Suprema che condannò Fujimori a 25 anni di carcere per crimini contro l’umanità e corruzione.
Il più giovane dei Fujimori ha così evitato di diventare il terzo membro della sua famiglia in prigione, visto che suo padre era già dietro le sbarre, per crimini contro l’umanità e corruzione, e sua sorella maggiore, Keiko, per riciclaggio di denaro ed altre accuse.
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