Il testo del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP), del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riconosce che le persone nella Striscia di Gaza rischiano di morire di fame a pochi chilometri di distanza dai camion pieni di cibo.
La dichiarazione invita Israele ad intraprendere azioni urgenti per aumentare le consegne, da cui dipende la sopravvivenza della popolazione nell’area sotto assedio.
In questo senso, le agenzie hanno chiesto l’apertura di nuove vie di ingresso, consentendo ogni giorno a più camion di attraversare i controlli alle frontiere e garantendo meno restrizioni alla circolazione degli operatori umanitari.
Ogni ora persa mette a rischio innumerevoli vite. Possiamo controllare la carestia, ma solo se riusciamo a fornire scorte sufficienti e ad avere accesso sicuro a tutti coloro che ne hanno bisogno, ovunque si trovino, ha affermato Cindy McCain, direttrice generale del WFP.
“Praticamente tutti i palestinesi a Gaza saltano i pasti ogni giorno, mentre molti adulti soffrono la fame affinché i bambini possano mangiare”, ha affermato l’OMS.
La direttrice esecutiva dell’UNICEF, Catherine Russell, ha avvertito che i bambini ad alto rischio di morte per malnutrizione e malattie hanno un disperato bisogno di cure mediche, acqua pulita e servizi igienico-sanitari, ma le condizioni sul campo non consentono di raggiungerli in sicurezza.
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