Ha sottolineato che si tratta di porre fine a “questa guerra disumana” per raggiungere la pace necessaria in questo territorio del Medio Oriente.
“Ciò che non vogliamo è che persone innocenti continuino a perdere la vita. Non lo vogliamo. Non vogliamo l’irrazionalità della guerra, la politica è stata inventata per evitare la guerra (…) si perdono vite umane e non possiamo essere insensibili. Ci sono già più di 20mila morti, dobbiamo cercare la pace (…) Questo è ciò che propone Messico”, ha detto.
Il presidente ha ratificato il suo appello all’ONU, ed in particolare al Consiglio di Sicurezza, affinché si riunisca al più presto possibile per dichiarare un cessate il fuoco definitivo.
“Questa è la mia posizione (…) che siano all’altezza della situazione e dimostrino che il rispetto dei diritti umani viene prima di tutto, che dimostrino con i fatti, basta con i discorsi di parole, con la demagogia”, ha aggiunto.
Così si è espresso López Obrador commentando la richiesta avanzata da Messico e Cile alla Corte Penale Internazionale (CPI) di indagare sui crimini commessi contro i cittadini palestinesi in seguito agli attentati nella Striscia di Gaza.
Come spiegato ieri dal Ministero degli Affari Esteri, entrambi i Paesi hanno fondato la loro richiesta sulla base dell’articolo 13 a) e 14 dello Statuto di tale tribunale, che consente ad uno stato parte di sottoporre al pubblico ministero una situazione in cui sembrano essere stati commessi uno o più reati di competenza di tale organo giudiziario.
Infine, ha ribadito l’impegno del Messico nei confronti della giustizia internazionale, della prevenzione del genocidio e di altri crimini di guerra e contro l’umanità, oltre ad esprimere fiducia nella possibilità di aprire la strada alla risoluzione pacifica delle controversie e ad un cessate il fuoco immediato.
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