mercoledì 4 Dicembre 2024
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Boomerang politico israeliano

Le apologie scritte dai vincitori di solito, ad un certo punto, dimenticano i loro fallimenti per evidenziare i loro successi, come potrebbe accadere con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, obbedendo alla traiettoria del boomerang politico.

Dopo i massacri nella Striscia di Gaza, l’immagine del candidato duro si è trasformata in quella di un candidato selvaggio e senza scrupoli, capace di uccidere quasi 30.000 palestinesi, la maggior parte dei quali bambini, donne e anziani, per servire gli interessi coloniali interni.
Inoltre, il primo ministro cerca ancora di soddisfare la sua frustrazione bombardando gli ospedali, un crimine contro l’umanità, anche se nel loro gioco ideologico il governo degli Stati Uniti ed i suoi alleati non lo condannano e relegano la giustizia internazionale in un limbo.
Fonti del partito al governo Likud ritengono, richiedendo l’anonimato, che Netanyahu non possa più candidarsi a nuove elezioni, che sarebbero elezioni anticipate, dopo la guerra contro il gruppo di resistenza islamica Hamas.
In questo modo evitano di riferirsi al fiasco di non aver eliminato la fazione che governa Gaza e che ora riceve solidarietà dalla Cisgiordania e da Gerusalemme Orientale, e che per alcuni dimostra l’unità nazionale fondamentale per la creazione del futuro stato palestinese.
È una probabilità basata solo su un’ipotesi quella di affermare che il leader del genocidio sia sottostimato, ma è evidente che la sua posizione sionista estrema ha influito sulla mentalità unitaria del “kibbutz” e del “ghetto” presente nelle dinamiche politiche del paese.
Per il leader dell’opposizione Yair Lapid, la riluttanza del capo di governo “a svolgere elezioni dimostra un primo ministro incompetente che, non importa come lo si guardi, ha perso la fiducia del pubblico da molto tempo e continua a fuggire dalla responsabilità del più grande fallimento del popolo ebreo dall’Olocausto”.
Intanto, per i parenti degli ostaggi di Hamas nella Striscia di Gaza, la questione è più semplice: Netanyahu deve dimettersi.

da Orbe

 

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