L’appuntamento internazionale, celebrato per la prima volta nel 2021, è stato promosso dai 60 membri dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica in seno all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
La risoluzione approvata oggi riconosce che il terrorismo e l’estremismo violento non possono e non devono essere associati a nessuna religione, nazionalità, civiltà o gruppo etnico.
Al contrario, l’Assemblea Generale ha chiesto un dialogo globale per promuovere una cultura di tolleranza e pace, basata sul rispetto dei diritti umani e della diversità delle religioni e delle credenze.
Secondo il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, l’intolleranza anti-musulmana è parte di una tendenza più ampia di rinascita dell’etno-nazionalismo, del neonazismo, della stigmatizzazione e dell’incitamento all’odio contro le popolazioni vulnerabili, come i musulmani, gli ebrei ed alcune comunità cristiane minoritarie.
Sulla stessa linea, un recente rapporto del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione o di credo ritiene che il sospetto, la discriminazione e l’odio palese nei confronti dei musulmani raggiungano livelli allarmanti.
Secondo l’ONU, le diffuse rappresentazioni negative dell’Islam e gli stereotipi negativi e dannosi che presentano le sue convinzioni e la sua cultura come una minaccia, sono serviti a perpetuare, convalidare e normalizzare la discriminazione, l’ostilità e la violenza contro individui e comunità.
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