Secondo l’Imazon (Istituto per l’Uomo e l’Ambiente dell’Amazzonia), lo stato settentrionale di Roraima è responsabile della quasi totalità delle degenerazioni rilevate.
A causa dei grandi incendi, la divisione territoriale ha accumulato 2.813 km² di aree degradate, ovvero il 99% del totale registrato nel periodo valutato.
Tutta questa distruzione è stata accumulata negli ultimi due mesi (marzo e aprile), il che significa che ogni giorno la devastazione è stata di una superficie equivalente a cinquemila campi da calcio.
A differenza della deforestazione, quando avviene il cosiddetto taglio netto e viene rimossa tutta la vegetazione, il degrado avviene in modo meno visibile, ma non per questo meno dannoso.
Con gli incendi ed il disboscamento illegale come principali vettori, le aree degradate hanno meno valore ecologico, climatico, economico e sociale.
Inoltre, spesso rappresenta il primo passo verso la completa scomparsa delle foreste.
Roraima, al confine con Venezuela, ha registrato incendi record ed una siccità senza precedenti all’inizio dell’anno, che ha costretto 14 dei suoi 15 comuni a dichiarare lo stato di emergenza.
“Per questo è molto importante che, mentre i governi federale e statale continuano a intensificare la lotta contro il disboscamento, vengano intraprese azioni specifiche per combattere gli incendi, concentrandosi principalmente su Roraima”, ha suggerito Larissa Amorim, ricercatrice del Programa de Monitoreo de la Amazonia del Imazon.
La siccità del 2024 della regione, tuttavia, è stata molto grave. Roraima è lo stato più colpito dalla riduzione dell’acqua nel bioma amazzonico.
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