Lo ha confermato il procuratore specializzato in Crimini di Lesa Umanità, Ricardo Perciballe, in una conferenza stampa.
Perciballe ha riferito che l’équipe argentina di antropologia forense ha assicurato che i resti rinvenuti corrispondono al 99,99% a quelli della militante comunista.
Sanjurjo è stata rapita nel novembre del 1977 in una strada pubblica durante un’operazione dell’Organismo di Coordinamento delle Operazioni Antisovversive (OSCA), tristemente ricordato durante il governo de facto, che governò tra il 1973 ed il 1985.
Al momento della sua cattura era incinta, il che non ha impedito il suo omicidio e la sua sepoltura clandestina nel terreno del 14° Battaglione di Fanteria dell’Esercito uruguaiano, situato nel dipartimento di Canelones.
“Solo oggi possiamo darle un nome, oggi Amelia ritorna a casa sua, alla sua famiglia ed al suo popolo”, ha detto in una conferenza stampa Alba González, membro dell’Associazione delle Madri e dei Parenti delle Persone Detenute e Scomparse.
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