In una delle piazze culturali della maggiore delle Antille e dal vasto patrimonio artistico, il dibattito su uno dei riferimenti del giornalismo culturale è servito per discutere potenzialità, strumenti e carenze dell’esercizio della critica specializzata.
Questa edizione del Colloquio ruota attorno alle Arti dello spettacolo, una questione che ha aumentato l’impatto delle notizie sui professionisti del settore, amanti dell’eredità di De la Hoz, a cui è dedicato lo spazio, che conta ricercatori provenienti da diverse province dell’arcipelago.
“La sua impronta con il suo lavoro umanista ed il suo senso etico è conservata negli archivi del quotidiano Granma, dove ci ha dimostrato cosa significa credere in qualcosa e difenderla”, ha affermato Yuris Nórido, critico d’arte.
Il relatore ha anche aggiunto che “non importa quello che sei, ma quello che fai”.
Nella sua presentazione inaugurale, che è diventata uno scambio incentrato sulla figura di colui che ottenne la Distinzione per la Cultura Nazionale nel 1996, espresse che “per me è scomparso il riferimento più importante del giornalismo culturale a Cuba, anche se so che è sbagliato assolutizzare”.
Nórido ha spiegato che De la Hoz aveva un ampio curriculum e conoscenze che “non distinguevano tra classico e popolare, sulla musica di tutti i tipi, dal jazz ai generi più ameni, un vero amante della musica”.
Per quanto riguarda il suo lascito, ha fatto riferimento anche all’ampio raggio d’azione del lavoro di questo professionista della stampa recentemente scomparso, riconosciuto sulla scena nazionale per il suo lavoro in termini di contributi al giornalismo specializzato.
Ig/fam