Secondo notizie storiche, una vecchia casa nel quartiere residenziale Vedado della capitale ospitò circa 17 delegati di diversi gruppi comunisti, convocati dai rivoluzionari Carlos Baliño, Julio Antonio Mella e José Miguel Pérez, all’epoca il suo primo segretario generale.
In questo contesto, furono importanti i contributi alla nascente organizzazione politica di Baliño, il veterano combattente che si unì all’Eroe Nazionale José Martí nella creazione del Partito Rivoluzionario Cubano, e di Mella, leader studentesco e fervente difensore dell’ideologia dell’Apostolo.
Come altre forze dello stesso tipo emerse intorno agli anni ’20 del secolo scorso, il Partito aderì alla Terza Internazionale, fondata da Vladimir Ilyich Lenin, il leader della prima rivoluzione socialista al mondo, in Russia.
Pur non avendo una solida conoscenza teorica del comunismo, i suoi membri proposero programmi di rivendicazioni per operai e contadini e portarono avanti attività per i diritti delle donne e dei giovani.
Quel momento fondativo, insieme alla creazione, giorni prima, della Confederazione Nazionale dei Lavoratori di Cuba, significò una nuova ripresa delle lotte sindacali contro il regime di Gerardo Machado (1925-1933), generale della guerra d’indipendenza che intraprese una feroce repressione contro il Partito.
Appena 15 giorni dopo la sua fondazione, il gruppo politico dovette restare segreto poiché, con il pretesto di essere spagnolo, il segretario generale eletto fu deportato e diversi suoi membri furono arrestati, tra cui Baliño, che morì l’anno successivo.
Da parte sua, Mella subì procedimenti giudiziari ed il nascente movimento operaio fu represso, nel quadro della persecuzione e dei divieti stabiliti dal regime di Machado, che impedirono la vita pubblica di questa forza politica, illegale sull’isola fino al 1938.
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