Secondo l’agenzia di stampa irachena, il primo ministro Mohammed Shia al-Sudani ha dichiarato l’impegno ad organizzare gli sforzi e facilitare la fornitura di carburante per rifornire ospedali ed istituti di servizio in Libano.
Inoltre, il leader dell’esecutivo ha sottolineato che gli ospedali iracheni saranno aperti per accogliere i feriti ed i lesionati, e “faremo tutto il possibile per rafforzare la Resistenza del Libano di fronte alle continue aggressioni ed ai crimini terroristici commessi dall’entità sionista”.
Da New York, Al-Sudani ha chiesto un vertice islamico per discutere dell’aggressione contro Libano e coordinare gli sforzi congiunti per fermare il comportamento criminale israeliano e mobilitare l’opinione mondiale, consapevole dell’ingiustizia storica contro i palestinesi e dell’attuale sofferenza dei libanesi.
Inoltre, ha rinnovato il rifiuto della guerra contro Gaza e tutta Palestina, nonché il ripudio degli attacchi dell’entità sionista alla sovranità dei paesi della regione.
Secondo quanto riferito dai libanesi, più di 350 persone sono morte e più di mille sono rimaste ferite a causa dei raid aerei israeliani contro le città del sud, la Bekaa e la periferia meridionale di Beirut.
La settimana scorsa, Iraq è stata una delle prime nazioni a inviare personale e risorse mediche in Libano, in seguito alle operazioni terroristiche elettroniche di Israele, che hanno causato la morte di più di 30 persone ed il ferimento di quasi tremila persone.
Yodeni Masó Aguila, corrispondente di Prensa Latina in Libano