Di conseguenza, il prezzo della legna da ardere è aumentato a un livello irragionevole, ha osservato il giornale, descrivendo la crisi umanitaria che il territorio sta vivendo a causa degli attacchi e dell’assedio totale imposto dall’esercito.
La pubblicazione sottolinea che il legno utilizzato viene dai mobili perché, dopo “più di un anno e mezzo di genocidio, sfollamenti e carestia, non sono rimasti più alberi nella Striscia”.
Ha citato il caso di Mahmoud Eslim, che ha utilizzato la sua biblioteca di oltre 300 libri per cucinare.
“Lo stomaco dei miei familiari è più importante della conoscenza”, ha sottolineato.
“Chiedo scusa al mondo per aver bruciato i miei libri di testo universitari, ma in questo momento il benessere della mia famiglia è più importante ed ha la priorità sull’istruzione”, ha concordato Abu Muhaisen.
Da parte sua, lo sfollato Abdul Raouf Al-Turk ha sottolineato la vendita di numerosi libri dell’Università Islamica per questo scopo.
Recentemente, la municipalità della Città di Gaza ha criticato il rifiuto di Israele di consentire l’ingresso del gas nel territorio, il che ha aggravato la crisi ambientale e sanitaria, aumentando al contempo le sofferenze della popolazione.
Il divieto ha costretto molte famiglie a utilizzare i rami degli alberi per cucinare e riscaldarsi, una situazione che ha avuto gravi ripercussioni sulla vegetazione, che rappresenta il polmone verde della città e una fonte di miglioramento della qualità dell’aria, hanno affermato le autorità in una nota.
Hanno sottolineato che questa situazione ha portato a livelli elevati di inquinamento, che aggravano i rischi per la salute, soprattutto per i bambini e gli anziani, esponendoli a gravi malattie respiratorie.
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