giovedì 22 Maggio 2025
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In Venezuela bambina rapita è il centro d’attenzione all’inizio di questa settimana

La richiesta agli Stati Uniti per la restituzione della bambina venezuelana di due anni rapita, Maykelys Espinoza, e per il ritorno del padre dal Salvador sono argomenti principali nella politica di questo paese.

La separazione forzata della minorenne dalle braccia della madre, mentre stavano per imbarcarsi su un volo nell’ambito del piano governativo “Vuelta a la Patria”, lo scorso aprile, è diventata, di fatto, il fulcro delle richieste di milioni di lavoratori scesi in piazza il 1° maggio a Caracas ed in tutto il paese.
In una dichiarazione, il Ministero degli Affari Esteri ha preso posizione denunciando l’ingiustizia delle autorità per l’immigrazione degli Stati Uniti, che “si sono nuovamente macchiate del gravissimo atto di separare le famiglie e di allontanare una minorenne dal suo ambiente emotivo, in particolar modo dalla madre biologica”.
Nel testo si affermava che, come conseguenza inaccettabile, il padre della ragazza era stato “rapito e inviato, senza alcun processo o azione legale, al campo di concentramento che il satrapo Nayib Bukele ha eretto in Salvador”.
Il Ministero degli Esteri ha chiesto il “ritorno immediato” di Maikelys Espinoza nella Repubblica bolivariana e il “ripristino dello stato di diritto e dei diritti fondamentali di cui gode la nostra bambina”, in conformità con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Infanzia.
Ha annunciato che faranno ricorso a tutti i meccanismi legali, politici, diplomatici e multilaterali “per garantire che la sacra integrità delle nostre famiglie venga rispettata e che le leggi internazionali vengano rispettate, in modo che la neonata possa tornare sana e salva nel suo paese”.
Ci auguriamo che il sistema giudiziario statunitense “emani presto un provvedimento che consenta alla piccola Maikelys di tornare tra le braccia di sua madre”, ha dichiarato il presidente Nicolás Maduro durante l’evento per la Festa dei Lavoratori.
Il presidente ha denunciato che la bambina è figlia di genitori venezuelani e rientra nelle “migliaia di casi di figli di latinoamericani e caraibici rapiti negli Stati Uniti”.
Maduro ha incolpato l’estremismo di destra per la manipolazione e la falsa narrativa dei migranti venezuelani, citando figure come Leopoldo López, Juan Guaidó, María Corina Machado, Julio Borges, Antonio Ledezma e Juan Pablo Guanipa.
“Tutti loro sono responsabili di aver imposto una narrazione che collega i migranti alla banda criminale, il Tren de Aragua, e di aver chiesto che vengano perseguiti”, ha sottolineato.
La Camera di Cassazione Sociale della Corte Suprema di Giustizia (CSG), da parte sua, ha emesso una misura di prevenzione a favore della bambina e ha definito l’allontanamento forzato della minorenne da parte delle autorità statunitensi come “arbitrario e abusivo, senza tenere in considerazione i suoi interessi”.

Juan Carlos Díaz Guerrero, corrispondente di Prensa Latina in Venezuela

 

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