“L’annuncio del ritiro degli Stati Uniti dall’UNESCO è un’ulteriore dimostrazione del disprezzo del governo statunitense per il multilateralismo e le istituzioni dell’ONU focalizzate sulla promozione della pace, su cui esercita pressioni finanziarie per imporre la sua fallimentare dottrina di dominio globale”.
Ieri, la Casa Bianca aveva annunciato la sua decisione di lasciare l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) perché ritiene che l’agenzia culturale ed educativa abbia un “pregiudizio” contro Israele e promuova cause “divisive”, hanno riportato i media.
Martedì scorso, gli Stati Uniti hanno informato la Direttrice Generale Audrey Azoulay della decisione di ritirarsi dall’UNESCO. “La continua partecipazione all’UNESCO non è nell’interesse nazionale degli Stati Uniti”, ha dichiarato la portavoce del Dipartimento di Stato, Tammy Bruce.
La funzionaria statunitense ha definito l’UNESCO un’entità che “promuove cause sociali e culturali divisive” e si concentra eccessivamente sugli obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite, definendoli “un’agenda ideologica globalista”.
Dal canto suo, dalla sede centrale dell’organizzazione a Parigi, in Francia, la Direttrice Generale, Audrey Azoulay, ha espresso profondo rammarico per la decisione del Presidente Donald Trump di ritirare nuovamente gli Stati Uniti dalla comunità degli Stati membri dell’UNESCO, decisione che entrerà in vigore alla fine di dicembre del 2026.
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