In un messaggio pubblicato su Twitter, il ministro ha sottolineato che 43 paesi hanno presentato denunce contro il bloqueo imposto dagli Stati Uniti, che ha definito genocida, e 19 hanno chiesto la rimozione di Cuba dalla lista unilaterale degli stati sponsor del terrorismo.
Tra gli stati che hanno espresso la loro solidarietà all’isola figurano Brasile, Suriname, Sudafrica, Mozambico, Colombia, Vietnam, Angola, Nauru, Namibia, Guyana, Repubblica del Congo, Bolivia, Gabon, Ghana, Guinea-Bissau, Guinea Equatoriale, Gambia, Dominica, Tanzania, Uganda, São Tomé e Príncipe e Messico.
A Cuba hanno fatto riferimento anche Saint Vincent e Grenadine, Barbados, Giamaica, Belize, Nicaragua, Timor Est, Lesotho, Antigua e Barbuda, Tuvalu, Zimbabwe, Venezuela, Bahamas, Grenada, Burkina Faso, Saint Kitts e Nevis, Laos, Russia, Bielorussia, Eritrea, Santa Lucia e Honduras.
Sabato, intervenendo al podio dell’Assemblea Generale, il Ministro delle Relazioni Internazionali cubano ha affermato che il bloqueo contro il suo paese “persiste e sta diventando estremamente duro”.
“Questa è una vera e propria guerra economica totalizzante e prolungata, volta a privare i cubani dei loro mezzi di sussistenza e della loro sostenibilità, della loro esistenza come popolo solidale, colto e gioioso”, ha aggiunto.
“Chiunque affermi il contrario sta mentendo deliberatamente”, ha sottolineato il ministro, marcando che gli stessi promotori di questa politica si vantano del suo effetto distruttivo e della sua capacità di incidere sugli standard di vita di un’intera popolazione da qualsiasi angolo del pianeta.
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