Intervenendo all’Incontro dei Giuristi in Difesa del Diritto Internazionale per la Sovranità e la Pace a Caracas, l’esperto ha affermato che questo incontro si svolge in un momento critico per la pace, la sicurezza e l’autodeterminazione, dato il recente e crescente dispiegamento militare statunitense nel Mar dei Caraibi.
Ha sottolineato che, come in altre occasioni, questo dispiegamento è stato presentato con l’eufemismo di “operazioni di sicurezza o lotta al narcotraffico”.
Il rettore dell’Università di Oriente ha sottolineato che queste azioni costituiscono, in realtà, “un flagrante atto di aggressione imperiale che viola l’ordine giuridico internazionale di cui tutti siamo garanti”.
Tra le violazioni commesse dal governo degli Stati Uniti con questa escalation e il dispiegamento del 20% delle sue forze navali nelle acque caraibiche, il giurista ha menzionato le violazioni del principio che proibisce l’uso della forza e la minaccia della forza, e l’erosione del principio di uguaglianza sovrana.
Per il giurista, la presenza di navi da guerra, velivoli da pattugliamento marittimo e altri mezzi militari nelle vicinanze delle zone economiche esclusive dei paesi caraibici costituisce “un atto di ingerenza e coercizione illecita”, nonché un’ingerenza nei nostri affari interni.
A questo proposito, ha proposto un quadro di azione concertata basato sul multilateralismo regionale, impegnato nella proclamazione dell’America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace.
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