“Nazionalizzare il gas Camisea significa metterlo al servizio dei peruviani e, in particolare, dei nostri connazionali del sud. Non significa in alcun modo impedire l’attività privata”, ha dichiarato il ministro dell’Economia, Pedro Francke.
In questo senso, ha ratificato l’impegno dell’amministrazione del presidente Pedro Castillo a diffondere l’uso domestico di questo combustibile a beneficio di tutti i peruviani.
Gli attacchi e le pressioni dei media, dei politici e degli uomini d’affari neoliberisti ignorano questa precisione e continuano a puntare le armi sul presidente, perché lunedì scorso ha chiesto al Parlamento di concordare con l’Esecutivo una legge per statalizzare il gas, anche se ha subito corretto il termine e ha detto nazionalizzare.
Di fronte alla furia dell’opposizione, il presidente ha precisato che “come governo popolare, siamo e saremo rispettosi della libertà d’impresa” e che la priorità del suo esecutivo è quella di ampliare l’accesso al gas naturale.
Le forti critiche sono proseguite, invocando la leggera svalutazione monetaria, prodotto dell’incertezza creata dalle dichiarazioni di Castillo, secondo i suoi detrattori.
I partecipanti al nuovo attacco contro il fragile governo peruviano chiedono anche che il governo rinunci alla promessa elettorale e parte essenziale del suo programma, di promuovere una consultazione popolare sulla convocazione di un’assemblea costituente per cambiare la costituzione neoliberista del 1993.
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